Senigallia

Massimo Olivetti: «Una persona di media diligenza e onestà intellettuale non può che votare “no” a questa unione»

L' ex sindaco di Ostra manifesta forti perplessità in merito alla sinergia che si sta realizzando fra municipi. Dubbi sia nel metodo che nel merito della costituzione delle Terre della Marca Senone

Massimo Olivetti
Massimo Olivetti

OSTRA – «Non sono contrario a forme di associazionismo comunale come l’Unione dei Comuni, a patto che le stesse siano progettate e realizzate in modo democratico, rispettando i singoli territori comunali e per ottenere un risparmio della spesa pubblica. Purtroppo “Le Terre della Marca Sènone” è un’unione di comuni che non è stata costituita in modo democratico, non è stata costituita in modo rispettoso di tutti i territori e soprattutto non è stata costituita in modo da ottenere un risparmio della spesa pubblica».

È questo il giudizio che dà Massimo Olivetti, ex sindaco di Ostra, del nuovo ente a cui hanno votato a favore i singoli consigli comunali di Arcevia, Barbara, Senigallia, Serra de’ Conti e Trecastelli e a cui con tutta probabilità diranno sì anche i consessi di Ostra e Ostra Vetere, che si riuniranno rispettivamente il 20 e il 22 dicembre.

In primo luogo, spiega Olivetti, la decisione è stata presa nel chiuso delle «stanze dei bottoni, in modo esclusivamente burocratico, senza alcuna partecipazione popolare, escludendo dai lavori preparatori tutti i cittadini ed addirittura i consiglieri comunali di minoranza. Il progetto è stato presentato solo alla vigilia della convocazione dei consigli comunali. Si è gestito il tutto nel più profondo silenzio così da evitare una sana e lecita discussione».

Massimo Olivetti se la prende anche con l’organizzazione dell’Unione, incentrata più su Senigallia che sugli altri comuni. Uno sbilanciamento che se oggi sembra poco importante, domani potrebbe rivelarsi foriero di problematiche di non poco conto, come la nomina del presidente del Consiglio dell’unione. Senza contare poi l’impossibilità di godere dei contributi maturati qualora un comune dovesse uscire dall’unione. «È evidente che in una Unione così concepita i Comuni dell’Entroterra sono completamente in balia del Comune di Senigallia».

C’è infine la questione del reale vantaggio per i cittadini alle prese con un ente che si potrà indebitare al di fuori dei vincoli di finanza pubblica come il pareggio di bilancio: significa cioè che le unioni potranno finanziarsi con l’attivazione di mutui mentre attualmente i singoli Comuni non possono farlo perché “devono attentamente valutare in termini di compatibilità con i rispettivi ridotti spazi finanziari consentiti dalla Legge”. Per cui, spiega ancora l’ex sindaco di Ostra, «non è stata costituita in modo da ottenere un risparmio della spesa pubblica ma per permettere ai Comuni che la compongono di indebitarsi. È evidente che una persona di media diligenza e onestà intellettuale non può che votare no a questa unione… purtroppo il poco tempo concessoci non ci ha permesso di fare molto. Spero – conclude Massimo Olivetti – che nei giorni e mesi prossimi ci si possa organizzare, a prescindere dalla propria appartenenza politica, per eliminare questo obbrobrio ed individuare, discutendola insieme, una soluzione migliore per tutti i cittadini».

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