Senigallia

L’ospedale al centro della campagna elettorale

L'Ospedale di Senigallia al centro della campagna elettorale in vista delle comunali in programma in città nel 2020. Massimo Bello non ha ancora ufficializzato la sua candidatura con "Energie per Senigallia", ma la sua posizione si sta delineando

massimo bello

SENIGALLIA- Maurizio Mangialardi terminerà il suo secondo mandato nel 2020. Nello stesso anno scadrà anche la convenzione con il Summer Jamboree, stipulata a gennaio dal Comune di Senigallia che ne ha acquisito i diritti per 300 mila euro.

Intanto è già partita la campagna elettorale, in pole tra i candidati c’è l’ex sindaco di Ostra Vetere Massimo Bello con “Energie per Senigallia”. Bello non ha ancora ufficializzato la sua candidatura, ma il suo cammino verso la poltrona di sindaco della spiaggia di velluto è già iniziato. Al primo posto della sua campagna elettorale ancora “sommersa”, c’è l’Ospedale di Senigallia, per cui in tanti si sono movimentati per evitarne lo smantellamento.

In prima linea in consiglio comunale, si sono mossi i consiglieri di Unione Civica Roberto Paradisi, Luigi Rebecchini ed il consigliere di Forza Italia Alan Canestrari. Due i comitati che si sono formati a difesa dell’ospedale, il primo, nato spontaneamente da uno, cittadino e apolitico, il “Comitato a difesa dell’Ospedale di Senigallia”.

L’altro, nasce proprio da “Energia per Senigallia”, l’associazione che vede come presidente Massimo Bello, futuro candidato alle comunali del 2020. E mentre il comitato dei cittadini lavora per l’ospedale ed ha già organizzato il primo incontro che si è svolto lo scorso 31 dicembre, Bello, lavora al fianco dell’Unione Consumatori, ma non si sottrae alle provocazioni che raccoglie rispondendo a suon di comunicati stampa a maggioranza ed opposizione.

Per capire le sorti dell’Ospedale di Senigallia bisognerà attendere la convocazione del consiglio comunale. Intanto la situazione resta in stand by: il direttore generale dell’Area Vasta Alessandro Marini ha dichiarato sospese le delibere che mettono in dubbio l’Utic ed il reparto di otorinolaringoiatria.

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