Senigallia

L’ex sindaco Angeloni oggi in Procura

I primi tre indagati sui fatti che risalgono al 3 maggio 2014 saranno ascoltati questa settimana. Oggi è stato il giorno di Luana Angeloni, domani tocca a Maurizio Mangialardi

L'alluvione a Senigallia nel 2014
L'alluvione a Senigallia nel 2014

SENIGALLIA- Sindaco di Senigallia fino al 2010, Luana Angeloni è stata ascoltata questa mattina al Tribunale di Ancona. L’ex parlamentare Pds è tra gli 11 indagati dell’inchiesta sull’alluvione avvenuta a Senigallia il 3 maggio 2014. L’evento causò tre vittime e danni per oltre 100 milioni di euro. L’Angeloni si è difesa oggi davanti ai pm Irene Bilotta, Rosario Lioniello e Ruggiero Dicuonzo. Affiancata dall’avvocato Tito Lucrezio Milella è stata sentita per circa un’ora sul Percorrimisa, percorso naturalistico che affianca il fiume: «Nel 2004 da tutti i comuni della vallata Misa-Nevola insieme alla Procura di Ancona per garantire entrambe le suddette finalità la domanda era pienamente conforme al bando della Regione Marche e a tutte le norme e i piani previsti per i finanziamenti Por e Fser – ha dichiarato l’Angeloni in Procura – Ho letto la consulenza tecnica disposta dalla Procura e ritengo che sia stata pienamente riconosciuta la funzione di prevenzione del rischio idrogeologico del Percorrimisa; in precedenza non esisteva un accesso all’interno del corso fluviale e possibilità di intervenire in caso di emergenza con i mezzi di soccorso. Ho rilevato che dagli accertamenti svolti dalla Procura è stato chiarito che la realizzazione del Percorrimisa non ha avuto alcuna incidenza sulla rottura degli argini individuato come causa di inondazione. Ho depositato una puntuale memoria per chiarire la mia posizione e confido che la procura possa escludere ogni mia responsabilità».

E domani sarà il giorno di Maurizio Mangialardi, il sindaco di Senigallia non è mai stato ascoltato dai giudici. In procura questa settimana è atteso anche il dirigente dell’Area Tecnica Gianni Roccato.

Le indagini

Oltre 30 mila pagine di documenti, 118 testimonianze, ore di filmati girati dagli elicotteri delle forze di polizia, insieme alla perizia di un consulente tecnico, hanno delineato un quadro di presunte responsabilità molto ampio. Gli argini del fiume Misa privi di manutenzione, le casse di espansione mai realizzate, aree della città già colpite da esondazioni escluse dalle misure di allertamento e soccorso, un Piano di protezione civile comunale ”inapplicabile” e ”gravi disservizi e scarsa organizzazione” nella gestione dell’emergenza: sono un duro atto d’accusa a carico di amministratori e funzionari preposti alla tutela del territorio le conclusioni della procura di Ancona sulle cause del disastro. Questo è quanto è emerso dalla relazione depositata in Procura dai carabinieri del corpo forestale. La Procura ha inoltre nominato un tecnico che ha stilato una relazione da cui è emerso che non si è trattato di un evento eccezionale.

 

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