Senigallia

Botte e violenze in tre mesi di convivenza, condannato ex fidanzato

Quattro anni ad un operaio accusato di violenza sessuale, maltrattamenti e lesioni nei confronti di una 40enne con cui ha avuto una breve storia sentimentale. Lei lo ha denunciato dopo essere finita al pronto soccorso perché l'aveva sbattuta contro lo sciacquone del bagno

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SENIGALLIA – Si innamora del vicino di casa, ci va a convivere e per tre mesi subisce violenze: botte, rapporti sessuali contro la sua volontà e perfino il sequestro di persona. È quanto sostiene una 40enne residente nel Senigalliese che ha fatto finire a processo l’ex fidanzato di 38 anni, operaio, condannato oggi a 4 anni per violenza sessuale, maltrattamenti e lesioni. L’uomo, originario della Puglia, è stato assolto invece dal reato di sequestro di persona.

I fatti contestati vanno da settembre a dicembre 2016. Tre mesi da incubo stando alle accuse della donna, assistita dall’avvocato Federica Guarrella, che nell’ultimo mese lo ha lasciato dopo essere finita in ospedale. L’ex fidanzato l’avrebbe aggredita in bagno
facendole sbattere la testa sullo sciacquone del water per poi prenderla a calci. In quella occasione i medici diedero alla 40enne sette giorni di prognosi. Dall’ospedale è partita la segnalazione dei maltrattamenti e l’uomo è stato mandato via di casa con divieto di avvicinamento. Poi è seguita la denuncia della donna.

I due si sono conosciuti ad agosto 2016 perché abitavano vicini di casa. Dopo le prime frequentazioni lei lo ha accolto nel suo appartamento e hanno iniziato a vivere insieme. La relazione però sarebbe degenerata quasi subito. Lui, stando alla tesi sostenuta dall’accusa, le alzava le mani addosso quando la vedeva chattare con il cellulare, se rientrava tardi dal lavoro e se vestiva troppo provocante. In due occasioni l’aveva chiusa a chiave dentro casa impedendole di uscire.

E ancora, sempre in due occasioni, dopo averla picchiata, avrebbe abusato di lei sessualmente. Una collega di lavoro della 40enne, un giorno l’avrebbe vista mentre si spogliava per cambiarsi notando i lividi sul corpo. La donna inizialmente aveva spiegato che era caduta confessando poi alla collega che erano le botte che le dava il fidanzato. Il collegio dei giudici oggi ha condannato il 38enne a quattro anni (il pm Serena Bizzarri aveva chiesto sei anni), riconoscendo le attenuanti generiche, e a 20mila euro di risarcimento. L’uomo ha sempre negato ogni accusa.

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