Osimo

Enterococchi nell’acqua a Padiglione di Osimo, Astea svela le cause

La relazione della partecipata osimana è stata appena divulgata per chiarire quali sono stati i motivi per cui per due giorni, da martedì 5 settembre, i residenti di quella frazione hanno dovuto sigillare i rubinetti

Una delle tre autobotti a Padiglione di Osimo

OSIMO – La situazione a Padiglione di Osimo è tornata alla normalità ieri pomeriggio, giovedì 8 settembre, con l’arrivo dell’acqua potabile e la revoca dell’ordinanza d parte del sindaco ma in molti si chiedono quali siano state le cause dell’infiltrazione di enterococchi in numero superiore a quanto stabilito dalla legge.

L’Astea ha appena elaborato una relazione: «Il punto di rete di via Po è alimentato dalla centrale di sollevamento idrico di Padiglione che attinge sia dal campo pozzi Padiglione che dall’acquedotto di Castreccioni. Il subalveo del fiume Musone è caratterizzato da un’elevata permeabilità dei terreni ed eventi meteorici anche lontani, nelle condizioni di siccità particolarmente anomale che hanno caratterizzato i mesi scorsi, possono aver provocato transitori e significativi cambiamenti della concentrazione di alcuni parametri dell’acqua, inclusa la carica batterica – recita il documento divulgato dal responsabile del sistema idrico integrato dell’Astea Simone Baglioni -. Le cause del fenomeno sono da attribuire a un’eccezionale concomitanza sfavorevole di fattori come le variazioni temporanee e significative delle caratteristiche dell’acqua di falda, le notevoli variazioni giornaliere di temperatura e le variazioni dei tempi di contatto del cloro dovute ai consumi presenti nel punto di campionamento che possono aver reso poco efficace, localmente e transitoriamente, la disinfezione effettuata. Affinché il problema non si ripresenti si provvederà a intensificare il controllo del dosaggio dei reagenti disinfettanti e dell’azione battericida misurando il cloro residuo libero, si continuerà a effettuare il monitoraggio dell’acqua di falda e di quella distribuita adottando i provvedimenti gestionali che storicamente sono risultati necessari ed efficaci per garantire la qualità dell’acqua, compresa l’eventuale temporanea messa fuori servizio di qualche pozzo».

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