Osimo

Doccia fredda per Bcc Civitanova, Carilo resta Ubi

Ubi Banca non venderà la Cassa di Risparmio di Loreto alla BCC di Civitanova-Montecosaro, né in blocco né limitandosi alla sola rete degli sportelli. Per il gruppo di Bergamo, non ci sarebbero «adeguati presupposti» per accettare la proposta di acquisto inviata il 14 settembre scorso. La Bcc promette battaglia

La sede di viale Matteotti a Civitanova della Bcc

LORETO – Ubi Banca non venderà la Cassa di Risparmio di Loreto alla BCC di Civitanova-Montecosaro, né in blocco né limitandosi alla sola rete degli sportelli. Per il gruppo di Bergamo, non ci sarebbero «adeguati presupposti» per accettare la proposta di acquisto inviata il 14 settembre scorso. La risposta, comunicata nella tarda serata del 3 ottobre via mail alla Bcc marchigiana, è trapelata solo oggi, ed è stata la stessa Bcc ad ufficializzarla dopo un consiglio di amministrazione totalmente dedicato alla vicenda. Dopo giorni di no comment e bocche cucite, dopo settimane di timori da parte di dipendenti e clienti circa la loro futura collocazione, è chiaro oggi che il 23 ottobre Carilo cesserà di esistere in quanto tale per entrare a far parte totalmente del mondo ‘Ubi’ così come la sua (oramai ex) proprietaria Nuova Banca Marche. A nulla sono valsi gli sforzi della Fondazione Cassa di Risparmio di Loreto, con la sua presidente Fulvia Marchiani, che aveva auspicato l’apertura di un «tavolo di trattative» con la Regione Marche e Banca d’Italia per trovare «una soluzione di territorio», guardando dunque con favore all’offerta della Bcc di Civitanova.

Da parte dell’istituto di Viale Matteotti, c’è grande delusione: «Con rammarico – fa sapere il presidente Sandro Palombini – abbiamo preso atto della mail inviata, nella tarda serata del 3 ottobre 2017, al nostro advisor da Ubi Banca SpA, con la quale si comunicava che a valle di valutazioni interne circa i termini della manifestazione di interesse discussa nei giorni scorsi, avente ad oggetto 14 sportelli della controllata Cassa di Risparmio di Loreto, con la presente si comunica che non sono stati riscontrati adeguati presupposti per la prosecuzione di ulteriori approfondimenti in proposito».

Oltre la presa d’atto, il cda della Bcc di Civitanova promette battaglia, e comunica che «si riserva di verificare, tramite i propri legali, l’esistenza di eventuali responsabilità precontrattuali imputabili al comportamento tenuto da UBI Banca SpA». Quanto al progetto di espansione nella provincia di Ancona, condiviso con la futura capogruppo Cassa Centrale Banca nell’orbita del costituendo Gruppo Bancario Cooperativo, la Bcc di Civitanova e Montecosaro annuncia che non lo abbandonerà: sempre oggi, il cda «ha deliberato di riprendere in considerazione altri percorsi, quali l’apertura di sportelli nella provincia di Ancona, progetto accantonato in conseguenza dell’apparente interesse alla vendita mostrato da UBI Banca SpA sino alla doccia fredda del 3 ottobre scorso».

In un lungo comunicato, la Bcc ripercorre le tappe della vicenda e gli sforzi fatti per giungere all’acquisizione di Carilo nell’arco di due anni. Già nell’estate del 2016 la civitanovese ricorda di aver proposto l’acquisto alla Federazione marchigiana delle Bcc; preso atto del disinteresse delle altre consorelle marchigiane, a fine luglio 2016 inviò una manifestazione di interesse ai soci e a Banca d’Italia per l’acquisto delle partecipazioni dell’istituto di Loreto. «Dal socio di maggioranza, Banca delle Marche, allora non giunse risposta» – si racconta nel comunicato. Ci fu anche un incontro a Roma tra il presidente Palombini, il vice presidente Bindelli e l’allora Dg Colacito, e l’allora proprietario di Carilo, il Fondo di risoluzione in seno a Banca d’Italia (con il gestore delle good bank Roberto Nicastro), nel corso del quale si prospettò l’acquisizione delle quote anche con l’eventuale intervento di Cassa Centrale Banca. «L’incontro si concluse con un nulla di fatto – riferisce ora Palombini – e dopo diverso tempo, in via informale, ci venne da più parti riferito che avremmo potuto acquisire agevolmente le quote sociali dal futuro compratore, visto che il Fondo di risoluzione ‘sembrava’ obbligato ad una vendita in blocco delle 4 banche poste in risoluzione, trascinandosi dietro le rispettive banche controllate».

Non appena acquisite da Ubi Banca tre delle quattro banche poste in risoluzione (oltre a Banca Marche anche Banca Etruria e Carichieti, ndr), nel maggio 2017, Cassa Centrale Banca, in accordo con Bcc Civitanova, ha inviato alla Fondazione Carilo una manifestazione di interesse per l’acquisto dell’intero pacchetto societario di Carilo. «Il nostro comune advisor – continua Palombini – è entrato in contatto con i responsabili delle operazioni straordinarie di Ubi Banca per aprire le trattative di acquisto. Dopo una fase preliminare di trattativa tesa ad acquisire le partecipazioni Cari, Ubi ci ha consigliato, al fine di accelerare e concretizzare la trattativa, di formalizzare l’acquisto dell’azienda (sportelli) in luogo delle partecipazioni». Inizia così una nuova trattativa, questa volta portata avanti dal nuovo direttore generale della civitanovese, Marco Moreschi , che si concretizza con l’offerta di acquisto per 14 filiali Carilo trasmessa il 14 settembre 2017.

«Da quel momento – spiega Palombini – Ubi Banca, senza mai porre in discussione il prezzo offerto, ha iniziato ad avanzare una serie di condizioni che la Bcc civitanovese ha cercato di assecondare, ivi incusa quella di non comunicare pubblicamente di aver inviato formale proposta di acquisto. Nel frattempo dal territorio ci viene riferito che, per contro, Ubi Banca sta accelerando la chiusura degli sportelli oggetto di acquisizione e trasferendo posizioni presso i propri sportelli».
Infine, l’epilogo, con l’invio della mail con la quale «Ubi comunica che non intende più vendere né le quote né gli sportelli, nonostante la Bcc civitanovese si fosse detta pronta e disponibile ad avviare la fase di due diligence e di controllo fin da subito al fine di perfezionare quanto prima le fasi di indagini preliminari e quindi procedere al deposito dell’istanza autorizzativa presso Banca d’Italia».

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