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Fare amicizia in rete

Ecco Monkey, l’app di video chat, per ragazzi e creata da ragazzi, che abbatte le barriere geografiche e linguistiche. Ma siamo sicuri che sia del tutto esente da rischi?

Monkey è una nuova applicazione per ragazzi, creata da ragazzi. I due fondatori, Isaiah Turner e Ben Pasternak, hanno solo diciott’anni e hanno sviluppato un tramite per i ragazzi, per farli incontrare e chiacchierare.

L’app, che è collegata a Snapchat e funziona solo se si ha un account, non ha un meccanismo molto originale, per la verità: mette in contatto due utenti per 10 secondi e volendo si può aumentare il tempo o aggiungere l’altro su Snapchat, altrimenti addio per sempre. Il principio è lo stesso di Chatroulette, sito web che mette in contatto video in maniera casuale utenti da tutto il mondo, molti del quali non interessati a chiacchierare.

Uno dei problemi di Chatroulette, infatti, è la presenza di persone malintenzionate. Monkey, che è fondamentalmente uguale, non ne è esente, l’unico problema è che si professa un canale di chat per ragazzini. L’unica misura di sicurezza è un’autocertificazione dell’età, che non è assolutamente sufficiente a tenere alla larga i malintenzionati. I due creatori sembrano minimizzare, ritenendo il contesto «di difficile accesso per gli adulti» e quindi sicuro.

Esiste effettivamente un modo per segnalare i comportamenti inappropriati: basta premere l’icona del poliziotto in alto a destra. Tuttavia, il tempo è poco, 10 secondi, e basta una minima esitazione per non riuscire. E poi, in ogni caso, la frittata è fatta. Comunque, sembra che i due ideatori stiano lavorando per migliorare, soprattutto l’aspetto dell’età, come riportato dalla rivista Wired. Noi glielo auguriamo, l’idea in sé non è male e la prospettiva di far chiacchierare adolescenti e ragazzi di tutto il mondo è un ulteriore passo verso un futuro più aperto e senza barriere.

Ludovica Merletti

 

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