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Guida sicura, una questione di rispetto

Voler bene a sé stessi, al mezzo che si conduce e all’ambiente circostante: passa da qui la cultura della sicurezza che i medici Burattini e Sandroni cercano di promuovere

Con l’Associazione Salute & Guida, fondata insieme a Sauro Sandroni, Franco Burattini porta avanti da anni sul nostro territorio una importantissima attività di cultura della sicurezza stradale, finalizzata soprattutto ai giovani, ma non solo. Prevenzione, promozione della salute, rispetto di sé e degli altri, nonché dell’ambiente che ci circonda. Questi sono i pilastri della formazione.

Dottor Franco Burattini

Il fatto è che sulle nostre strade si continua a morire troppo e, nonostante gli inasprimenti dei controlli e delle sanzioni, non cessa la brutta abitudine di mettersi al volante in stato alterato da alcolici o sostanze psicotrope, di parlare al cellulare mentre si guida, di distrarsi in mille modi diversi. Dunque prima di tutto la manutenzione di sé stessi, poi quella del mezzo, altrettanto trascurata.
«Anzi -rimarca il dottor Burattini- trovo che negli ultimi anni si sia perso il piacere di saper guidare bene. Condurre l’automobile in modo corretto, essere bravi al volante, non è più considerato un valore. E al tempo stesso, le migliorate prestazioni delle auto, che da un lato permettono a tutti di guidare più tranquillamente, dall’altro lato abbassano ulteriormente la nostra attenzione. “Tanto pensa a tutto la macchina…” ma purtroppo non è così».

Salute & Guida ha nel suo archivio decine di corsi e progetti realizzati con soggetti pubblici e privati: Regione, comuni, scuole, aziende sanitarie e ordini professionali. Alcune esperienze delle quali Franco Burattini va legittimamente fiero, come il cortometraggio realizzato con la collaborazione del grande regista Franco Taviani, che ha trasformato ore e ore di girato nella nostra zona in un video di 10 minuti appena che ha fatto il pieno di riconoscimenti in tutta Italia e che ha coinvolto ragazzi, istituzioni, professionisti, 118, Forze dell’Ordine e volontari del soccorso. Il messaggio, declinato in mille modi diversi, è sempre quello dello slogan più riuscito dell’associazione: “Guida e non farti guidare”. Dal branco, dalla droga, dalle cose che accadono intorno a te. Ma sii sempre padrone consapevole della situazione che hai intorno. Chiediamo al dottor Burattini di sintetizzare per noi alcune nozioni fondamentali di guida sicura.

Quali sono le criticità che avete individuato in chi guida?
«Prima di tutto, ovviamente, l’assunzione di alteranti come alcol e droghe. Poi la distrazione, la stanchezza (causa del 20-30% degli incidenti), la fretta: agli antichi dicevano “Festina lente”, affrettati piano. Sembra un paradosso, ma più si ha fretta e più è importante agire con calma e lentezza. Infine i comportamenti: l’ansia, l’aggressività, l’umore. Dico sempre che la mattina ognuno di noi dovrebbe fare un check del proprio stato: se ci rendiamo conto ad esempio di essere arrabbiati, meglio prendere l’autobus, perchè il cattivo umore si ripercuoterà sulla guida».

L’alterazione psicofisica è il nemico più pericoloso.
«L’assunzione di alcolici o droghe tende a rallentare sensibilmente la risposta ad uno stimolo esterno, quindi aumenterà il tempo di reazione che può salire fino a 2,5 secondi e oltre. L’alcol riduce la visione laterale e aumenta la possibilità di compiere errori. Inoltre l’euforia associata all’alcol e a certe droghe facilita un comportamento disinibito e più portato al rischio».

Chi beve non guida.
«Il consiglio è di rimanere astinenti per circa tre ore prima di rimettersi alla guida, ma il tempo varia ovviamente in base alla quantità di alcol assunta: per smaltire una grande bevuta possono occorrere anche più di 10 ore. Molto meno impattante, ma comunque da tenere in considerazione, è anche l’alimentazione: dopo mangiato il nostro organismo è impegnato nella digestione e ciò determina una alterazione nei riflessi neuromuscolari, ovviamente proporzionata alla quantità di cibo ingerito».

Siamo troppo distratti al volante.
«Le ricerche dicono che il 30% del tempo trascorso alla guida lo impieghiamo in operazioni che nulla hanno a che fare con la guida: cellulare, autoradio, navigatore…. uno studio americano dice che stare al cellulare mentre si guida riduce la capacità di reazione di un ventenne a quella di un settantenne».

Sono più attenti i giovani o gli anziani?
«Non lo so dire, ricordo però una ricerca che avevamo fatto sulle prestazioni attentive. Avevamo creato due gruppi di guida in base all’età, giovani da una parte e anziani dall’altra, messi alla prova in pista per 25 ore. Ebbene alla fine dell’esperimento non abbiamo notato significative differenze tra le performance dei due gruppi, anzi possiamo dire che in qualche caso il fattore esperienza ha inciso positivamente nei risultati del gruppo “anziano”».

La prevenzione serve? Come si fa?
«Serve, ma la nostra idea è che non basta far conoscere gli effetti negativi di un dato comportamento, ecco perchè tante campagne sulla sicurezza stradale non hanno sortito effetti. Dire ad un giovane che deve andare piano forse non serve, ma sperimentare insieme la lentezza come componente e non come opposto della velocità è invece efficace. Salute & Guida cerca di andare oltre le tecniche di guida, costruendo una relazione significativa con gli allievi, affidandosi talvolta all’ironia, tal altra al gioco».

Intervenire su noi stessi e poi sul mezzo meccanico. Come si tiene un’auto?
«Essere umano, auto e ambiente: il rispetto di tutti questi elementi determina la cultura della sicurezza. L’incidente è il risultato della rottura di questo triangolo virtuoso. I controlli sull’auto che tutti possiamo fare riguardano l’usura dei tergicristalli, la pulizia anche interna del parabrezza, la vaschetta del lavavetro sempre piena, poi lo stato degli pneumatici, gli ammortizzatori e l’impianto frenante. A proposito della frenata, diciamo che saper calcolare lo spazio d’arresto è una delle più importanti qualità di chi guida. Ogni buon pilota sa che per andare forte la prima cosa da fare è imparare a frenare».

Quale la corretta posizione alla guida?
«Sapersi posizionare è il primo passo verso la sicurezza: mani sul volante alle 9:15, cinture allacciate, oltre che per la sicurezza anche per la giusta adesione del corpo al sedile, gambe divaricate e in appoggio laterale contro lo sportello di sinistra e contro il tunnel del cambio, piede sinistro appoggiato contro il passaruota».

Infine l’ambiente circostante: anche la qualità delle strade incide sui problemi della circolazione?
«Assolutamente sì e purtroppo sappiamo che nel nostro paese la situazione è spesso deplorevole sia per la scarsa manutenzione, che, a volte per rotatorie disegnate male, abuso dei rallentatori e scelte di circolazione a dir poco discutibili».

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