Jesi-Fabriano

Porte aperte al Museo di Federico II, tecnologia al servizio della storia

Taglio del nastro per il museo multimediale Federico II Stupor Mundi a Palazzo Ghislieri. Sedici sale che raccontano in chiave digitale la vita e le gesta dell'imperatore nato a Jesi

JESI – Nuove tecnologie raccontano la storia e le imprese di Federico II di Svevia nel museo a lui dedicato, che ha aperto i battenti proprio oggi nell’omonima piazza, dove nacque il 26 dicembre 1194. Creare un  luogo, accessibile ai disabili,  che  possa  ripercorrerne  la  vita  e  le  opere, promuoverne  la  conoscenza  e  valorizzare  l’origine  jesina  di  una  delle  più  affascinanti  e  celebri personalità della storia, è l’intento con cui è stato ideato ed edificato il Museo Federico II Stupor Mundi. Un linguaggio  nuovo  che  coniuga  modernissime  tecnologie  a  una  storia  antica,  in  un  viaggio  senza confini  nel  tempo:  i  più  evoluti  sistemi  digitali  affiancano  la  ricerca  storica.

A  caratterizzare  il Museo  Federico  II  Stupor  Mundi  è  infatti  la  sua  dimensione  totalmente  virtuale: sedici sale che ospitano accurate  installazioni  multimediali,  proiezioni  tridimensionali, animazioni,  video  mapping  e  docu-film, attraverso scenografie suggestive e spettacolari. Queste, combinate all’uso del timelapse e dello story board fiction, permettono di rivivere importanti tappe della vita e del pensiero di Federico II in maniera del tutto innovativa.

Si procede con un preciso ordine: nella prima sala viene  raccontata  la  nascita  di  Federico  II,  avvenuta  a Jesi  il  26  dicembre  1194, si prosegue con (sala 2) un focus sui nonni  di  Federico II,  Federico  Barbarossa  e  Ruggero  d’Altavilla. La vicenda prosegue (sala 3) con la morte dei genitori: il suo tutore diventa papa  Innocenzo  III e lo Stupor Mundi sposa Costanza d’Aragona. Già Re di  Germania e di Sicilia (sala 4), diventa  imperatore  del  Sacro  Romano  Impero.

Non poteva mancare (sala 5) uno sguardo alla Sicilia di Federico II, in parte collegato alla costruzione (sala 6) del Palatium a Lucera e con (sala 7) un viaggio tra i castelli e le residenze lasciate nel Regno di Sicilia. Federico II legislatore e i rapporti con la chiesa vengono raccontati (sale 8 e 9) prima di illustrare la crociata in Terrasanta (sala 10), le ribellioni dei Comuni del Nord (sala 11) e quindi uno spazio volutamente ddicato all’opera della Falconeria (sala 12) “De arte venandi cum avibus” (L’arte di cacciare con  gli  uccelli  rapaci). Il tour si avvia al termine (sala 13) con gli studi di astrologia, musica, scienza che regalano un Federico II studioso e intellettuale che porta a conoscerlo (sala 14)  come Stupor  Mundi. La vita privata (sala 15) e il mito (sala 16) Stupor Mundi  e  Anticristo, con cui è passato alla storia, terminano il percorso.

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«Un museo che vive di luce propria realizzato da privati con il sostegno del Comune – ha detto Massimo Bacci sindaco di Jesi, che si è detto orgoglioso di iniziare il nuovo mandato con questa inaugurazione -. Questa  grande opportunità  ci  chiama  però  anche  ad  una  importante sfida:  quella  di  lavorare  su una  cultura  dell’accoglienza  turistica  che  in  questa  città e  più  in  generale  nella  nostra  provincia non si è ancora sviluppata appieno. Importante  anche  il  ruolo della  Regione  Marche».

«Dobbiamo puntare sulla cultura, soprattutto in questo momento storico», le parole dell’imprenditore Francesco Merloni, per la Fondazione Marche (che ha sostenuto i costi per 1,5 milioni di euro, un altro milione viene da Pieralisi, ndr).

Presenti al taglio del nastro il sindaco di Melfi, Livio Valvano, il vice presidente di Confindustria Carlo Callieri, cui sono andati i saluti del Cavaliere del Lavoro Gennaro Pieralisi, Presidente della Fondazione Federico II Stupor Mundi: «Se ci fosse stato lo Ius soli Federico II sarebbe jesino – ha ironizzato Pieralisi -. Ho  voluto  questo  museo  per  l’amore  che  provo  per  la  mia  città. Bisognava  ridare un po’ di vivacità a Jesi, ricordando soprattutto la sua storia e a chi ha dato i natali. Federico II  è stato il  primo ad immaginare un’Europa unita ed oggi,  che  l’Europa  si  trova  in  difficoltà,  penso  possa  essere  utile  provare  a  risalire  a  quell’idea. Perché un museo multimediale? Difficile trovare reperti, così ho pensato a questa soluzione. Del resto, Jesi potrebbe essere definita una città tecnologica  visto che in passato si costruivano le macchine agricole e, prima ancora della  guerra,  gli  aeroplani». E sul momento storico ha detto: «Jesi sta perdendo molta della sua forza, ad esempio oggi non abbiamo più una banca: ho invitato il sindaco a farsi promotore di un’iniziativa per i risparmiatori che avevano obbligazioni subordinate Banca Marche affinché abbiano lo stesso trattamento dei signori di Vicenza».

Saluti anche da parte di Peter Aufreiter, direttore del Polo museale delle Marche: «Federico II fu il primo cittadino europeo». A chiudere gli interventi è stato l’assessore alla cultura della Regione Moreno Pieroni: «Questo museo dovrà servire per creare un movimento culturale, economico e turistico per l’intera Regione», e la campionessa Valentina Vezzali: «Mi auguro che Jesi possa affermarsi sempre di più».

Curatrice del Museo è Anna Laura Trombetti Budriesi: «C’è chi, dell’imperatore Federico II di Svevia, ha  detto che la leggenda si è impadronita dell’uomo fino a soffocarne la storia. E’  innegabile  che  il  mito  (positivo  e  negativo),  costruito nei  secoli intorno  alla  sua figura  ne  ha condizionato  la  lettura.  Tuttavia  questo  non  impedisce,  oggi,  una  rigorosa  ricostruzione  degli eventi  che  lo  videro protagonista. Il Museo  tenta  di  coniugare  il  dato  storico (in  una  sequenza  di  notizie, riflessioni  e  immagini  coeve,  leggibili  nei  pannelli  che  accompagnano  il  visitatore  di  sala  in  sala), con  una  serie  di  focus  (risolti  in  modalità  multimediali  di “ultima generazione”) incentrati  su  momenti,  luoghi,  personaggi,  aspetti  culturali  e politici che caratterizzarono gli anni  della sua vita». Fino al 15 settembre il museo sarà aperto tutti i giorni domenica compresa dalle 10 alle 13 e 15 alle 19.

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