Jesi-Fabriano

Proposta di legge sulle sperimentazioni gestionali, Rifondazione Chiaravalle sarà al sit-in davanti alla Regione

Rifondazione Circolo Geymonat di Chiaravalle annuncia che le assemblee territoriali, le rappresentanze sindacali e i partiti saranno davanti a Palazzo Raffaello con l'obiettivo di fermare la 145 e riprendere il confronto con la società

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L'ospedale di Chiaravalle

CHIARAVALLE – La proposta di legge regionale sulle sperimentazioni gestionali pubblico-privato indigna il Circolo Geymonat Rifondazione Comunista di Chiaravalle.

«Se approvata permetterà l’ingresso massiccio del privato nella sanità regionale – spiega Rifondazione in una nota – Non solo, attraverso convenzioni specifiche e limitate ma allargandone l’intervento oltre al sanitario anche al socio sanitario e al sociale. In quest’ottica, al privato saranno messi a disposizione (come recita il comma sei dell’articolo due della pdl) beni mobili, immobili e strumentali pubblici. Tutto questo con un percorso che dalla fase sperimentale condurrà alla gestione ordinaria e quindi alla privatizzazione di fatto di parti importanti dell’attività sanitaria, in molti casi le più pregiate, quelle della diagnostica strumentale (tac, risonanze, analisi) e della specialistica. Con il rischio di modificare in peggio l’offerta sanitaria pubblica e, soprattutto, di marginalizzare ancor più i territori e l’equità dell’offerta sanitaria».

Alla luce di queste considerazioni il circolo chiaravallese prenderà parte il prossimo 24 aprile ad un sit-in davanti alla sede del Consiglio regionale: «Sorprende il silenzio e l’assenza in questo dibattito delle amministrazioni locali. Salvo rare eccezioni, i consigli comunali non hanno affrontato il problema, men che meno le commissioni consiliari, soprattutto non si sono prodotti atti significativi affinché questa legge potesse essere confrontata con i territori, la cittadinanza e le sue esigenze – continua Rifondazione – Chiaravalle conosce i risultati di questo attendismo, le vicende dell’Ospedale Montessori sono lì a testimoniarlo, tanto che se ancora ci sono alcuni servizi in essere (sempre minacciosamente a rischio ridimensionamento, si pensi alla riduzione dei tempi di attività del “primo intervento”, alla eliminazione della diagnostica radiologica, alla chiusura del laboratorio analisi) lo si deve esclusivamente alla caparbietà e alla lotta dei lavoratori di quella struttura. Ora l’approvazione della 145 potrebbe mettere ancor più a rischio la qualità e l’universalità dei servizi sociosanitari nel territorio e prima ancora la programmazione misurata sui bisogni. Sarebbe importante, se pur con ritardo, anche un’iniziativa istituzionale chiara e determinata e prima ancora l’informazione e il
coinvolgimento della cittadinanza».

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