Jesi-Fabriano

Salvatore D’Addario in mostra a Filottrano

La mostra itinerante "L'evolversi del segno" arriva a Filottrano: Salvatore D'Addario, cittadino benemerito di Camerano, ha esposto le sue opere sia in Italia che all'estero

Un'opera di Salvatore D'Addario, "Il viaggio" (fonte: sito personale dell'autore)

FILOTTRANO – Le opere di Salvatore D’Addario in mostra a Filottrano da domani (10 ottobre) fino a domenica 15 nei locali dell’ex negozio Campodonico di Piazza Garibaldi, all’angolo
di Corso del Popolo.

Salvatore D’Addario

Alla cerimonia inaugurale alle 18.30 interverranno il sindaco Lauretta Giulioni e l’assessore alla cultura Giulia Accorroni. L’esposizione vanta il patrocinio di Regione Marche e dei comuni di Filottrano e di Camerano, oltre al sostegno del circuito nazionale Amaci in occasione della Giornata del Contemporaneo del 14 ottobre. La mostra itinerante “L’Evolversi del Segno” tocca così la sua seconda tappa dopo l’esordio in casa dell’artista, a Camerano in occasione della ricorrenza del primo anno dalla prematura scomparsa dell’artista naturalizzato cameranese (leggi l’articolo). D’Addario era molto legato al territorio flottranese: numerose iniziative lo hanno visto puntuale protagonista e generoso collaboratore tanto che in occasione di “Coltivo una Rosa Bianca”, dedicata all’opera pedagogica del poeta e filosofo cubano José Martì, una sua opera è stata donata all’Istituto “Beltrami” di Filottrano.

La locandina della mostra

L’esposizione di questa settimana, a cura di Olga Lidia Priel Herrena ed Andrea e Luigi D’Addario ed organizzata dell’associazione culturale Para un Principe Enano che arricchirà la sei giorni con la relazione “Identità e fusione mitologica delle Culture”, sabato 14 alle 10.30. Il critico Fabio Ciceroni, si è esposto così sull’artista: «Il suo motore
metafisico nasceva dalla consapevolezza che “la natura ci ha dato il bisogno di essere felici senza la possibilità di realizzarlo”; di qui l’itinerario che lo condurrà all’informale astratto. La sua è tensione all’essenza delle cose, così il suo segno sorprende perché tanto più veritiero quanto meno realistico. L’effetto è di assoluto rigore. Non è difficile intravedervi la lezione sofferta e coraggiosa del suo riconosciuto maestro, Edgardo Mannucci. Che è insieme stato per lui anche un modello umano. Esempio di umiltà interrogativa di fronte al mondo, alla sua fatale inesplicabilità».

«Nostro padre è stato un artista di grande cultura – ha avuto modo di spiegare Luigi D’Addario, che insieme al fratello Andrea e ad Olga Lidia Priel Herrera ha curato la mostra –, un puro che non è mai sceso a compromessi dentro una realtà artistica attuale dove vive di tutto e di più, ma non certamente di purezza e di verità… Uomo silenzioso e di poche parole – continua –, metodico, dotato di una innata capacità di iniziativa ed ingegno».

«L’Associazione culturale Para un Principe Enano – conclude Olga Lidia Priel Herrera – ha sviluppato nel corso degli anni con D’Addario un solido legame culturale, nato come condivisione di affinità artistiche e poi cresciuto nel tempo in una affiatata collaborazione, per cui è stato un dovere mettere in piedi questa mostra, che successivamente proseguirà anche a Jesi nella primavera del prossimo anno».

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