Jesi-Fabriano

Ranica: «Persone “malate” hanno agito sui territori sani delle good bank»

Parla l'attuale presidente di Banca Marche, Banca Etruria e Carichieti, che conferma le tempistiche: il 23 ottobre Banca Marche e CariLo verranno fuse in Ubi

Osvaldo Ranica, ex direttore generale della Banca Popolare di Bergamo, è l'attuale presidente delle tre good banks

JESI – «Tra noi e questi territori c’è un grande rispetto reciproco. Non sono zone malate. Piuttosto c’erano persone malate che agivano su territori sani. Sono territori che presentano realtà bellissime che possiamo contribuire a far crescere. I risultati saranno la conseguenza del nostro modo di operare». Il riferimento è alle tre good bank acquisite da Ubi lo scorso mese di maggio, tra cui Banca Marche, e alle cause che hanno avariato i conti fino al dissesto, alla risoluzione da parte di Banca d’Italia e alla vendita al Gruppo Ubi. Chi parla è Osvaldo Ranica, ex direttore generale della Banca Popolare di Bergamo e attualmente presidente dei tre istituti di credito: oltre BdM, anche Banca Etruria e Carichieti.

Dalle colonne bergamasche del Corriere della Sera, Ranica ha tracciato un bilancio dei suoi primi cento giorni da presidente delle banche ponte. «Dopo tre mesi di lavoro – ha detto – non abbiamo riscontrato né dentro né fuori dalle banche problematiche particolari. Ci aspettavamo un periodo più lungo per il rientro alla normalità, ma la strada che stiamo facendo sta anticipando i tempi. I numeri, i tempi, le modalità operative e il transformation plan di tutta l’operazione stanno procedendo bene. E questo malgrado i tre sistemi operativi siano diversi in tutte e tre le banche e malgrado le persone che ci lavorano abbiano vissuto incertezze e una situazione da fallimento. La loro reazione e l’attivazione dei processi commerciali è positiva».

Ubi Banca di Fontedamo a Jesi, già centro direzionale di Banca Marche

Il presidente Ranica ha confermato che il 23 ottobre prossimo Banca Marche e CariLo verranno fuse in Ubi, dando vita alla macroarea Abruzzo-Marche. Poi, l’ultima settimana di novembre toccherà ad Etruria e Banca Popolare dell’Alto Lazio, con Umbria, Lazio e Toscana che confluiranno nella macro area tirrenica. Il sud si staccherà dall’attuale macroarea centro-sud, con una propria area che, comprendendo Puglia, Basilicata, Molise e Calabria, avrà sede a Bari. «È una rimappatura territoriale – ha detto – dalle attuali 5 macro aree si passa a 7».

Quanto agli interventi sui costi, ha aggiunto – «la voce è composta da due elementi: il personale e il sistema informatico. Oltre alle uscite in attuazione dei piani sindacali e alla chiusura delle 140 filiali, il vero taglio si opererà quando avverrà la fusione in Ubi, con l’allineamento dei sistemi informatici. Cercheremo di razionalizzare molto, qualcosa andrà ridimensionato ma anche ottimizzato, al di là del fatto che ciascuno punti a difendere la propria territorialità. È un concetto che si può leggere anche in altra maniera, ad esempio creando ad Arezzo un polo operativo per tutto il gruppo. Ma vale anche per le sponsorizzazioni, in questo ambito cercheremo di essere democratici, mantenendo le cose importanti».

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