Jesi-Fabriano

Progetto Sprar, il Gus perde il bando e lascia Jesi. Al suo posto un consorzio

L'amarezza di Marcos Lopez, responsabile del Gruppo Umana Solidarietà: «Presenti da 10 anni con l'accoglienza dei richiedenti asilo e rifugiati, accolti anche a Chiaravalle e Osimo. La conseguenza sarà che lasceremo anche la gestione della "Casa delle Genti"». Dal primo gennaio il cambiamento

La "Casa delle Genti" assumerà un altro nome, il Gus lascia entro luglio

JESI – Dopo 10 anni di gestione del progetto Sprar, il sistema di protezione richiedenti asilo e rifugiati, il Gruppo Umana Solidarietà, il Gus, è “costretto” a lasciare Jesi. Al suo posto, dal primo gennaio, un consorzio composto da quattro cooperative e una associazione: Vivere Verde Senigallia che è la capofila, Cooss Marche, La Gemma, Irs Aurora, Anolf. L’aggiudicazione è avvenuta la scorsa settimana.

«Avevamo iniziato nel gennaio del 2008 con l’accoglienza di 15 persone – ricorda il responsabile del Gus, Marcos Lopez – progetto rivolto alle donne vittime di tortura.  Poi il progetto è cresciuto e oggi ci sono 100 posti distribuiti tra Jesi, Chiaravalle e Osimo».

Alla scadenza del bando il comune di Jesi ha avocato a sè – prima era la Provincia – la costruzione di un bando europeo, come previsto dalla legge, dando la delega all’Asp 9.

In esso è prevista l’accoglienza per 492 posti a disposizione, quindi quadruplicati rispetto al precedente, distribuiti nei 22 Comuni che fanno parte dell’Asp stessa. Intanto i 100 che già ci sono, poi entro 30 giorni altri 100 sino alla fine di marzo, inizi aprile, con il numero al completo.

Marcos Lopez, responsabile del Gus
Marcos Lopez, responsabile del Gus

«Al bando abbiamo partecipato in due, noi del Gus e il consorzio risultato vincitore. Come ente gestore sino a ora – sottolinea Lopez – credevamo di poter continuare. Purtroppo abbiamo perso per 4/5 punti».

La conseguenza immediata è che dal primo gennaio tutto il progetto verrà trasferito al consorzio, anche se in questa fase già il trasferimento è in atto. Il bando, tra l’altro, prevede che chi vince assorbe gran parte degli operatori che già lavoravano.

«Un progetto che avevo costruito piano piano – rammenta con amarezza – mettendo insieme il gruppo e con particolare attenzione all’idoneità e al rispetto di tutti i parametri nei confronti dei diritti umani. Ora per noi è un momento molto difficile perché la gestione che ci è sfuggita era molto importante».

La Casa delle Genti ne subirà le conseguenze, nel senso che «per 12 anni che l’abbiamo gestita siamo sempre stati in perdita più o meno di 50mila euro annui, ma abbiamo comunque scelto di investire su questo centro di prima accoglienza per i senza fissa dimora perché c’erano sul territorio il progetto Sprar, quello di emergenza della Prefettura, diverse realtà che potevano sostenerlo. E convogliare una risorsa anche verso i senza fissa dimora per noi è fondamentale. Nel momento che è venuto a mancare il progetto Sprar per forza di cose sparirà tutto».

L’ufficio di orientamento sociale

Il Gus è stato “costretto” anche «a dire di no alla proposta di proroga nel 2018 per la gestione della “Casa”. Abbiamo accettato solo la richiesta per sei mesi proposta dall’Asp in modo che si possa attivare un bando e presentarlo».

A giugno-luglio dell’anno prossimo la gestione Gus non ci sarà più. E non vedremo pià neanche il nome attraverso il quale la conoscevamo.

«Perché proprio il nome “Casa delle Genti” ci appartiene e ce lo porteremo via. Abbiamo una stessa struttura anche a San Benedetto del Tronto. Proveremo a creare in futuro un’altra tipologia di progetto con la quale rientrare in un budget che possa dare accoglienza ai senza fissa dimora».

L’ufficio di orientamento sociale di via del Fortino, invece, rimane perchè agganciato a un piccolo bando della Cariverona che permette di poter dare continuità al suo funzionamento.

 

 

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