Jesi-Fabriano

Onafifetti, i nostri primi 50 anni vissuti pericolosamente

"Ridendo e scherzando, 50 ne fo", lo spettacolo celebrativo del mezzo secolo di cabaret andrà in scena al Teatro Pergolesi di Jesi venerdì 18 maggio alle 21.15. Giovanni Filosa: «Siamo sempre stati cittadini del mondo della satira. L'ironia ce la portiamo addosso come un vestito»

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Gli Onafifetti, Mario Sardella, Marta Tacconi, Piergiorgio Memè, Giovanni Filosa

JESI – “Ridendo e scherzando, 50 ne fo“, lo spettacolo che celebra il mezzo secolo di attività cabarettistica degli Onafifetti è ormai alle porte. Andrà in scena, infatti, venerdì 18 maggio alle ore 21.15 al Teatro Pergolesi, con il patrocinio del Comune di Jesi e in collaborazione con la Fondazione Pergolesi Spontini.

La serata sarà condotta da Pino Strabioli, giornalista, scrittore, regista, e vedrà anche la partecipazine straordinaria di Corrado Olmi.

Giovanni Filosa, Piergiorgio Memè, Mario Sardella, accompagnati al piano da Marta Tacconi, calcarono la prestigiosa scena del massimo jesino il 24 aprile del 1968, inaugurando quella “prima volta” come il capitolo iniziale di un romanzo, buttato giù con satira e ironia, nel quale hanno percorso vicende, descritto situazioni, affrontato personaggi, legati non solo all’Italia ma, soprattutto, alla loro città, Jesi.

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Lo spettacolo in scena al Teatro Pergolesi il prossimo 18 maggio

«Sono stati 50 anni vissuti… pericolosamente – afferma Giovanni Filosa – basti pensare che nel ’68 il nostro spettacolo era vietato ai minori di 18 anni. Perché non c’era il visto della censura e anche perché durante il nostro “cammino” abbiamo incontrato gente alla quale la satira non andava proprio giù. Non apprezzavano il fatto che “vizi privati e pubbliche virtù” fossero messi, diciamo così, alla berlina. Ma noi recitavamo senza cattiveria, ci rifacevamo al “castigat ridendo mores” – corregge i costumi col ridere -. Abbiamo sempre focalizzato il vissuto della città e di ogni evento abbiamo dato una  interpretazione».

Alcuni copioni, poi, sono passati anche tra le mani di un avvocato, prima che fossero proposti sulla scena «perché qualche personaggio poteva non prenderla bene leggendovi un punto di vista politico che non ci appartiene. Come se fossimo stati o fossimo l’opposizione. Ma in 50 anni siamo stati l’opposizione di tutti quelli che si sono alternati a palazzo».

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Qualche anno fa, ricorda ancora Giovanni, «durante la pausa alla fine del primo tempo ci è venuto a trovare un capitano dei Carabinieri il quale, in vista della replica del giorno successivo, si raccomandò simpaticamente che ci dessimo “una regolata” su certe cose. Ma noi siamo sempre stati regolarmente ironici, cittadini del mondo della satira. E questo spirito ci portiamo addosso, come un vestito, da sempre».

Per la prossima serata, dunque, troveremo ancora una volta tutto quello «che è nei pensieri, buoni o cattivi, della città e di cui noi cerchiamo di essere interpreti. Siamo un po’ i Pasquini di Jesi». Gli Onafifetti hanno pensato di invitare e interagire con quanti, in un modo o nell’altro, hanno collaborato ai loro spettacoli (attori, tecnici, management) e anche personaggi delle istituzioni, del mondo della cultura, della politica e della società in genere. E, come al solito, se ne sentiranno delle belle.

La scenografia avrà un appeal particolare, che renderà la serata un evento/spettacolo diverso dalle solite loro recite. Scene di Elisabetta Salvatori, video immagini di Giorgia Gagliardini, luci di Simone Caproli, collaborazione tecnica Luciano Ciarrocca, riprese video Michele Magliola.

Gli Onafifetti in tutti questi anni indubbiamente hanno fatto ridere ma soprattutto sorridere. E, ancor di più, hanno fatto riflettere. 

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