Jesi-Fabriano

Il Museo Diocesano di Jesi si arricchisce con la sezione dedicata alle icone

Sono 38 custodite in teche suddivise per iconografia e soggetto tematico. Inaugurazione domenica 11 marzo alle 16.45 alla presenza del vescovo, don Gerardo Rocconi, e dell'iconografa suor Patrizia Pasquini del centro di spiritualità "Sul Monte" di Castelplanio

Sara Tassi conservatrice del Museo Diocesano accanto alle teche con le icone
Sara Tassi conservatrice del Museo Diocesano accanto alle teche con le icone

JESI – Il Museo Diocesano amplia la sua offerta con una nuova sezione che contiene 38 icone donate da don Vittorio Magnanelli, parroco di San Francesco di Paola, i “Paolotti“.

Icone Museo Diocesano
Una delle teche con le icone nel Museo Diocesano

La sezione entra a far parte dell’allestimento permanente e sarà sempre visitabile in orario d’apertura del museo.

Inaugurazione ufficiale domenica prossima, 11 marzo, alle ore 16.45, con la presenza del vescovo, don Gerardo Rocconi, che aprirà l’incontro di presentazione, impreziosito dall’intervento di suor Patrizia Pasquini sulla tecnica di realizzazione delle icone.

Suor Patrizia è un’iconografa, ovvero realizza icone, appartiene alla Congregazione delle Adoratrici del Sangue di Cristo e vive a Castelplanio nel Centro di Spiritualità “Sul Monte”, molto attivo nel territorio con corsi e incontri aperti a tutti per la formazione alla vita spirituale.

Icone museo diocesano
Le icone sono 38, donate da don Vittorio Magnanelli

Sara Tassi, conservatrice del Museo Diocesano, spiega che «le icone sono inserite all’interno di alcune teche suddivise per iconografia e soggetto tematico. Nella prima ci sono quelle che riguardano le feste liturgiche del calendario ortodosso, nella seconda le icone con il supporto della riza metallica, che è una copertura particolare, e nella terza i santi venerati. Poi l’ultima che riguarda quelle della Madre di Dio, nelle iconografie particolari che si ritrovano soprattutto in Oriente e in Russia».

Oggi l’iconografia può essere praticata da chiunque voglia intraprendere un lavoro artigianale paziente e minuzioso a seguito di un percorso spirituale, non necessariamente legato a una scelta di vita consacrata.
Icone Museo Diocesano
All’inaugurazione della nuova sezione anche il vescovo, don Gerardo Rocconi

Originariamente gli iconografi orientali erano soprattutto monaci e seguivano modelli prestabiliti, la cui provenienza è ritenuta ultraterrena, rivelatori di messaggi teologici. I materiali utilizzati erano minerali, vegetali e organici, ognuno caratterizzante una precisa fase della lavorazione per richiamare la partecipazione del cosmo intero nella composizione di un oggetto che è qualcosa di più di un’opera d’arte.

 

 

 

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