Jesi-Fabriano

La Pasqua consacrata al gioco d’azzardo

Dopo il grattino "Magia di Natale", ecco "Pasqua 100X100" una lotteria collegata al superenalotto. Il punto con l'avvocato Osvaldo Asteriti

disperazione

JESI – Il gratta e vinci ispirato al Natale non bastava, anche la Pasqua è diventata un pretesto per lanciare l’ennesima iniziativa legata al gioco d’azzardo.

Osvaldo Asteriti
L’avvocato Osvaldo Asteriti

Ed ecco allora che dopo il grattino “Magia di Natale”, viene fuori “Pasqua 100X100” una lotteria collegata al superenalotto: giocando delle schedine, con superstar, dal 25 febbraio al 31 marzo ti viene assegnato un codice che verrà estratto con l’estrazione superenalotto di sabato 31 marzo. Non c’è più religione, verrebbe da dire. «Per i monopoli, infatti, anche Pasqua, la celebrazione della resurrezione di Cristo, è solo una ricorrenza da vivere unicamente in una dimensione materiale, una festa solamente laica: una gita fuori porta, mangiare la colomba o scoprire la sorpresa nell’uovo di cioccolato e, soprattutto, giocare d’azzardo, coltivando il sogno di arricchirsi – spiega l’avvocato Osvaldo Asteriti, da anni impegnato sul fronte del gioco d’azzardo – Non c’è davvero limite alla protervia dei signori dell’azzardo, capaci di sfruttare qualunque occasione, trasformandola in una opportunità di speculazione e di guadagno per sé, sulla pelle delle persone».

Dopo l’uscita del grattino natalizio, l’avvocato jesino aveva scritto una lettera al quotidiano Avvenire, era il novembre del 2017, in cui diceva che di questo passo, si sarebbe arrivati ben presto a consacrare anche la Pasqua al gioco d’azzardo. E infatti.

Il gioco d’azzardo alimenta una illusione di ricchezza, una chimera che praticamente non si realizza mai, «utile solo a stimolare sogni che spesso si trasformano nei peggiori incubi, povertà, disagio, perdita degli affetti, dipendenza. Non sono un bigotto – continua Asteriti – ma ritengo che ci siano valori che meritano comunque rispetto e non di essere utilizzati per fini speculativi. Viene proprio da dire “non c’è più religione”, nel senso che sembra non esserci più argine da contrapporre a questa continua induzione delle persone al gioco d’azzardo. Sembra non esistere alcun topos che non venga svilito, occupato, mercificato dall’impresa dell’azzardo, con la connivenza dei monopoli. Anche questo è azzardo di Stato».

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