Jesi-Fabriano

La Lega Nord sul video dei vandali: «Il sindaco ha fatto bene»

Silvia Gregori condivide la scelta di Bacci di aver pubblicato sulla sua pagina Facebook le immagini dei ragazzi che deturpano il monumento ai caduti dei giardini pubblici

La capogruppo della Lega Nord di Jesi, SIlvia Gregori

JESI – «Bene ha fatto il sindaco Massimo Bacci a pubblicare il video dei vandali dei giardini pubblici, un gesto difficile ma coraggioso per non nascondere deprecabili atteggiamenti commessi da giovani e minori». A dirlo è Silvia Gregori della Lega Nord. Il Primo Cittadino di Jesi ha deciso infatti di postare sulla sua pagina Facebook le immagini, caricate da altri su Youtube, di alcuni ragazzi che si lanciano la corona d’alloro del monumento ai caduti di viale Cavallotti.

«Contrariamente a quanto dichiarato recentemente dal Pd – scrive la Gregori -, io sono d’accordo che il video sia stato reso pubblico da parte del sindaco Bacci, un gesto difficile ma coraggioso per non nascondere, come insito nella natura di alcuni esponenti di partito, deprecabili atteggiamenti, seppur commessi da giovani e minori. A mio parere, tali atti non vanno coperti o velati, ma evidenziati per dar modo magari ai malcapitati genitori o conoscenti (ove fosse possibile) di prenderne atto. Un gesto grave che va condannato perché lesivo non solo di ciò che rappresenta il monumento ma di un’intera generazione che prova a scrollarsi di dosso certe etichette e che si impegna attivamente a scuola, nello sport e nel sociale».

A detta della Lega Nord, quindi, l’educazione spetta alle famiglie,  «ricorrendo se necessario a specialisti. D’altro canto – prosegue la Gregori -, la nostra società “civile” ha distrutto la scuola, smantellato la famiglia, allargandola e surrogandola, trasformato la televisione in una baby sitter a costo zero, ha allontanato il futuro di un lavoro, oramai sempre più precario e invisibile pur con il conseguimento di ottimi studi. Tutto questo quando invece, ai miei tempi, una sana educazione, che a volte passava anche per la sberla, è diventata una forma di violenza sui figli secondo alcuni socio pedagogisti. Non ci lamentiamo se ci troviamo un esercito di zombie con la dipendenza da cellulari e computer: questo è solo il frutto di una società dove si è sempre più concentrati solo su se stessi, genitori compresi, sempre meno disposti a voler concedere il proprio tempo. Per questo motivo, non trovo giusto scaricare il mal compiuto sulla mancanza di strutture adeguate per il disagio giovanile. Ripartiamo invece – è il suggerimento dell’esponente leghista – dalle regole che vanno rispettate, perché la vita è questa, e non è una fiction. Lode a quei genitori e figli che, anche attraverso lo sport, hanno mantenuto una canale aperto dove far passare ancora i valori che salveranno la vita».

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