Jesi-Fabriano

Addio a Andrea G. Pinketts, aveva presentato a Jesi il suo libro

Scrittore e giornalista, aveva 57 anni, ed era stato invitato dall’associazione culturale Valvolare e dall’Hemingway Caffè in Piazza delle Monnighette nell'estate del 2017. Il ricordo di chi lo ha incontrato

Andrea G. Pinketts

JESI –  È venuto a mancare ieri sera (20 dicembre) lo scrittore Andrea G. Pinketts, nome d’arte di Andrea Giovanni Pinchetti, scrittore e giornalista. Aveva 57 anni e sino all’ultimo è rimasta la persona graffiante che è sempre stato: all’ospedale aveva organizzato un flash mob letterario.

Pinketts con Davide Zannotti in Piazza delle Monnighette

Malato da tempo, era ricoverato all’ospedale Niguarda di Milano. Lo scrittore, con il suo fascino e la sua inconfondibile verve, era stato invitato dall’associazione culturale jesina Valvolare e ospite all’Hemingway Caffè in Piazza delle Monnighette nell’estate del 2017. Per la prima volta a Jesi, Pinketts aveva presentato la nuova edizione del libro “Sangue di yogurt”: « È uno dei libri a cui sono più affezionato per una sorta di cronologia personale – ci aveva confidato (leggi l’intervista completa) -. Sono quattro storie di emarginazione, quasi animale, che hanno avuto molte vite: sono le uniche storie che ho scritto su commissione. Il primo pulp, forse, l’ho fatto io prima di Tarantino…».

Lo ricorda con affetto Davide Zannotti che lo aveva ospitato all’Hemingway: «Scompare un grande personaggio, uno di quelli che la vita l’ha presa di brutto e strattonata quanto basta per averla vissuta bene lasciando un bel ricordo di sè. Ricordo che quella sera andò al bagno e fu molto colpito da un bigliettino che avevo scritto sul geberit “Pigiare con leggiadria”: aveva iniziato la serata parlando dell’importanza del linguaggio».

«Come preludio per il Natale non c’è male» ha aggiunto Matteo Stronati, appena appresa la notizia, che aveva invitato lo scrittore tramite l’associazione Valvolare. Andrea G. Pinketts al pubblico jesino aveva detto (leggi l’articolo) che «Uno scrittore non è mai solo, può scrivere in solitudine ma viene comunque a contatto con lo spirito umano. Io generalmente scrivo al bar: per farlo mi serve un foglio, ebbene sì, ancora uso i fogli per scrivere, e una penna. Il resto è capolavoro».

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