Jesi-Fabriano

Giornata del Rifugiato. Parola d’ordine: abbattere i muri

I giardini pubblici di Jesi sono stati la location per l'iniziativa, tra musica, laboratori e incontri

Un momento della Giornata del Rifugiato che si è svolta a Jesi

JESI – Togliere i pregiudizi, conoscere gli altri. «E’ la prima volta per il Gus che facciamo la festa ai Giardini Pubblici, un posto perfetto – le Parole di Marcos Lopez per il Gus -. A chi commenta senza cognizione di causa questa manifestazione li invito a vedere: non c’è nessuna invasione, nessuno che vuole conquistare Jesi, potete stare tranquilli». I rifugiati del Gus hanno espresso il desiderio di farsi conoscere dalla comunità che li ospita, da qui si sono messe insieme tante associazioni, tante piccole e grandi realtà locali che hanno accettato l’invito. Tra queste non potevano mancare l’Anpi, con il presidente provinciale Daniele Fancello, e la Consulta per la Pace con Paolo Gubbi.

Un momento dell’evento ai giardini di Jesi

«Avevamo già partecipato alla giornata antirazzista e antifascista, per noi era naturale essere qui» il commento di Fancello. «Il Gus è la 21esima associazione entrata la scorsa settimana a a far parte della Consulta – ha sottolineato Gubbi – Una eccellenza tutta jesina». «Questi ragazzi vengono da soli e hanno bisogno di avere un contatto umano con le realtà locali – spiegano Fancello e Gubbi -. Le associazioni hanno capito e si sono fatte avanti». Dopo l’attesa performance teatrale Babel, esito finale del laboratorio Land dell’Atgtp, è stato abbattuto il muro che ha dato il via al concerto del gruppo raggae Jolebalalla.

© riproduzione riservata

Ti potrebbero interessare