Jesi-Fabriano

Giampaoletti in ospedale racconta luci e ombre del Carlo Urbani

Il consigliere comunale di maggioranza, ricoverato per un grave infortunio al piede, elenca cosa va e cosa non va del nosocomio di Jesi

Marco Giampaoletti
Marco Giampaoletti

JESI – Tre fratture e una profonda lacerazione al piede. È la conseguenza di una brutta caduta da due metri di altezza che costringerà Marco Giampaoletti, noto edicolante di San Giuseppe e consigliere comunale di Insieme Civico, ad un paio di mesi di stop forzato sul divano di casa. Un’esperienza che l’esponente di maggioranza racconta per evidenziare innanzitutto «la professionalità degli operatori dell’ospedale Carlo Urbani di Jesi», pur segnalando le criticità strutturali che tanto fanno infuriare i cittadini.

«Credo sia giusto sottolineare la competenza e la bravura di dottori e infermieri, troppo spesso attaccati senza motivo – osserva Giampaoletti -. A Jesi abbiamo operatori eccellenti, che devono tuttavia lavorare in condizioni non sempre ottimali. Non è mia intenzione puntare il dito contro qualcuno, ma solo sottolineare che, a volte, le problematiche possono essere risolte rapidamente se la dirigenza sanitaria ne prendesse atto». E fa l’esempio della calamita della porta non funzionante, «che obbliga il personale a manovre difficoltose per far passare le barelle».

«Nei cinque giorni che sono stato in ortopedia – racconta Giampaoletti – ho trovato un eccellente reparto con infermieri e dottori sempre disponibili a qualsiasi chiarimento. La guarigione sarà lunga ma ci tengo a ringraziare tutti coloro con i quali ho avuto a che fare, che hanno dimostrato notevole professionalità. È motivo di soddisfazione sapere che Jesi può contare su tale competenza».

Al netto delle criticità di carattere strutturale. «In barella – ricorda Giampaoletti – ho visto molti controsoffitti lacerati, finestre e muri rovinati a causa di perdite di acqua, porte che non rimangono aperte perché le calamite non funzionano. E poi le barelle lungo il corridoio del pronto soccorso, alcune sale troppo piccole per macchinari all’avanguardia, i bagni fuori dalle stanze, che in alcuni casi potrebbero facilmente essere posizionati all’interno semplicemente spostando l’entrata della camera stessa, le troppe zanzare nei reparti, non sempre posizionati nella maniera più funzionale alle esigenze dei pazienti e degli operatori. Per non parlare del servizio mensa che, a mio parere, potrebbe funzionare meglio, anche in termini di sapori».

L'ospedale Carlo Urbani di Jesi
L’ospedale Carlo Urbani di Jesi

Senza dimenticare il parcheggio. «Non credo servano nuovi posti auto, basterebbe secondo me ottimizzare lo spazio presente, rivedere la viabilità interna», afferma sempre Giampaoletti. «Abbiamo delle eccellenze dal punto di vista medico – ribadisce il consigliere comunale di Insieme Civico – che si scontrano quotidianamente con la mancanza di organizzazione, la causa principale della perdita di credibilità del nostro ospedale. Ci sono problematiche che, con un po’ di volontà, potrebbero essere risolte in un giorno e a costo zero. Il Comune può fare ben poco. Penso sia ora che la dirigenza sanitaria intervenga, a tutela innanzitutto di medici e infermieri che ogni giorno svolgono con professionalità il proprio lavoro. E quindi a salvaguardia degli stessi pazienti. Non è più tempo di rimandare».

Pasquale Liguori, intanto, nella lista civica di Giampaoletti alle scorse elezioni amministrative, ha ripreso il suo posto da coordinatore del Tribunale per i Diritti del Malato.

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