Jesi-Fabriano

Festività al lavoro, Jesiamo e Jesinsieme chiedono a regione e governo di rivedere gli orari degli esercizi commerciali

I consiglieri Tommaso Cioncolini e Lorenza Fantini presentano una mozione per sollecitare una proposta di legge che riconosca l’importanza della chiusura dei negozi nelle giornate festive, laiche e religiose, mettendo fine alla deregulation

JESI – «La completa deregolamentazione degli orari commerciali non si sta rivelando benefica né sul fronte della crescita dei consumi, né su quello dell’occupazione, ma sta invece provocando una profonda e grave ripercussione sulle condizioni delle lavoratrici, dei lavoratori, penalizzati nella fruizione dei loro affetti perché privati – la domenica e i festivi – del tempo necessario da trascorrere con i figli, la famiglia». È la premessa della mozione che Tommaso Cioncolini (Jesinsieme) e Lorenza Fantini (Jesiamo) presenteranno in occasione del consiglio comunale di giovedì 24 maggio al fine di invitare l’amministrazione Bacci «a farsi portavoce presso i consiglieri regionali e i futuri parlamentari jesini affinché vengano promosse iniziative per sollecitare l’approvazione di un progetto di legge che disciplini gli orari di apertura degli esercizi commerciali in modo diverso da quanto previsto nel sopraccitato Decreto Salva Italia, e così maggiormente riconoscendo l’importanza della chiusura nelle giornate festive, laiche e religiose, che rappresentano i valori della nostra storia e fanno parte integrante della nostra cultura, sì da vedere ripristinata la possibilità per gli enti locali e le parti sociali di poter definire la necessaria programmazione delle aperture degli esercizi commerciali, cercando di favorire per quanto possibile la coniugazione dei tempi di vita e di lavoro e tenendo conto delle differenti peculiarità territoriali».

Non solo. I due esponenti di maggioranza chiedono al Comune di «incontrare le associazioni di categoria e gli operatori di settore per sensibilizzare la chiusura delle attività nelle giornate di festa, religiose e laiche, e per favorire una crescita in tal senso, anche promuovendo di concerto con questi soggetti, soluzioni volte ad incrementare una simile scelta, fra cui anche l’individuazione di possibili agevolazioni o benefici di natura economica per gli esercizi commerciali che intendono rimanere chiusi nelle giornate di festa».

«Imprenditori e lavoratori – evidenziano Cioncolini e Fantini, che richiamano l’articolo 36 della Costituzione italiana – sono costretti a sacrificare il giorno di riposo, a sottrarsi al calore della famiglia pertanto occorre approfondire il tema dell’armonizzazione tra lavoro e famiglia per consentire una maggiore attenzione alle esigenze familiari e delle relazioni tra le persone. L’allora governo presieduto dal sen. Prof. Mario Monti, mediante il Decreto Salva Italia, con l’intento di stimolare la concorrenza, rilanciare i consumi e aumentare l’occupazione, stabilì la totale deregolamentazione degli orari, accrescendo così la posizione di mercato della grande distribuzione e svantaggiando ulteriormente gli artigiani e i piccoli commercianti, con meno possibilità di rotazione del personale e su cui incidono di più le spese fisse dovute all’incremento delle aperture».

Secondo i due consiglieri comunali, infatti, «le liberalizzazioni totali non aiutano il progresso di una Città poiché non creano maggiori opportunità di lavoro, favoriscono il dumping tra la piccola e la grande distribuzione, svendono il senso della festa e il significato del riposo, sviliscono la qualità del lavoro, e indeboliscono le relazioni tra le persone e condiziona negativamente lo stato delle famiglie».

Giovedì è attesa la votazione.

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