Jesi-Fabriano

Consorzio Agrario della Provincia di Ancona, una storia lunga 120 anni

La celebrazione con la prima Fiera Agroalimentare di Jesi, sabato e domenica 21 e 22 aprile. L'origine risale al 22 luglio del 1897 ad opera di un gruppo di 122 agricoltori. Oggi punto di riferimento dell'agricoltura regionale con 34 sedi, 500 soci, 9 mila clienti e un fatturato di 70 milioni di euro

Consorzio Agrario

JESI – Sabato e domenica prossimi 21 e 22 aprile il Consorzio Agrario della Provincia di Ancona, in viale Trieste, ospiterà la prima Fiera Agroalimentare di Jesi.

L’evento, che gode del patrocino del Comune, vedrà la partecipazione di più di 50 espositori con le migliori produzioni delle Marche e sarà occasione per celebrare i 120 anni di operosità del locale Consorzio Agrario, unica struttura in Italia a non essere ubicata nel capoluogo di provincia.

Questa la sua storia.

L’origine del Consorzio Agrario risale al lontano 22 luglio 1897 quando un gruppo di 122 agricoltori della provincia, stimolato particolarmente dalla costituzione dei primi Consorzi Agrari in Emilia Romagna, dalle necessità imposte dall’agricoltura in sviluppo, nonché dall’opera proficua e incessante svolta dalle Cattedre ambulanti, sul piano tecnico e culturale, costituirono legalmente il Consorzio Agrario di Ancona, sotto la presidenza dell’ing. Carlo Moroder di Ancona.Consorzio Agrario

La presidenza onoraria del nuovo ente fu conferita al grande cattedratico e pioniere della moderna tecnica colturale, prof. Antonio Bizzozzero di Parma, che ne indicò la struttura statutaria e i compiti, sulla traccia delle istituzioni agrarie parmensi da diversi anni operanti in quelle zone.

Nel suo primo anno di attività, il Consorzio Agrario contava 180 soci per circa 258 azioni, con capitali e riserve ammontanti a £. 5.289 e con un importo di merci vendute di £. 4.923,46.
Non mancarono, certo, le difficoltà nei primi anni di vita: la diffidenza, l’individualismo, la mentalità attaccata alla tradizione, la condizione di sottosviluppo, non consentivano od ostacolavano fortemente l’applicazione dei nuovi indirizzi e
l’introduzione di moderni mezzi tecnici.Consorzio Agrario
Tuttavia, la spinta dei tempi dava ragione all’attività del Consorzio Agrario se, dieci anni dopo, nel 1907, esso poteva annoverare 777 soci, portare il capitale e le riserve a £. 60.906,06 ed aumentare l’importo delle merci vendute a £. 800.000 circa.
Ciò significava che, malgrado tutto, gli agricoltori cominciavano a capire che soltanto nella cooperazione, nella unione delle forze per il raggiungimento di comuni intenti, si poteva far uscire l’agricoltura dal secolare letargo e dai redditi di miseria.
Di pari passo, anche nelle zone interne dell’Anconetano, in particolare nelle campagne di Jesi e della Vallesina, tali esigenze di sviluppo erano quanto mai sentite: infatti, all’opera meritoria di uno oscuro frate, padre Rinaldi,  che era stata svolta alcuni decenni prima in soccorso alle miserevoli condizioni delle popolazioni contadine, rimaste all’epoca feudale, seguì la costituzione del Comizio agrario del circondario di Ancona, con sede in Jesi e, successivamente, nel 1896, sorse una società per l’esportazione dei​ prodotti agricoli chiamata poi Sacepa.Consorzio Agrario
Ad una certa rilevanza pervenne l’organizzazione agricola jesina se attraverso di essa, come raccontano le cronache del 1911, si formulavano i patti colonici, con trattative con le Leghe bianche e rosse che sostenevano le aspirazioni dei contadini. Ovviamente, le organizzazioni agricole dell’epoca erano strumenti in gran parte in mano ai proprietari terrieri, per la difesa dei loro interessi. Solo dopo la fine della prima guerra mondiale, sia il Consorzio Agrario che la Sacepa, fecero un grande balzo in avanti nelle loro attività, così come risulta dai bilanci dell’epoca (1920). Nel 1934, con atto del 3 maggio, il Consorzio Agrario e la Sacepa si fusero in un unico organismo: il Consorzio Agrario Cooperativo della Provincia di Ancona.
Consorzio Agrario
La sua attività si estese su tutta la provincia, anche nelle zone montane di Sassoferrato, dove il Consorzio assorbì, con decreto di fusione del 22 novembre 1939, il locale Circolo agricolo.
Al termine della dittatura fascista e della seconda guerra mondiale, le condizioni economiche del Consorzio riflettono il caos determinato dalla tragica situazione in cui versa il Paese e il suo patrimonio immobiliare è quasi totalmente distrutto
dalle vicende belliche.Consorzio Agrario
Tuttavia, in tali difficili condizioni, esso svolse ugualmente funzioni di primaria importanza, provvedendo all’immagazzinamento e alla distribuzione di prodotti alimentari, allora tanto necessari per la sopravvivenza delle popolazioni prive di tutto, e anche dei prodotti utili all’agricoltura per la ripresa della produzione agricola nelle
campagne devastate dalla guerra.Consorzio Agrario
Attraverso l’impegno dei dirigenti e dei lavoratori dipendenti, quel patrimonio distrutto fu rapidamente ricostruito con tecniche più adeguate e con attrezzature moderne e tale impegno univoco portò il Consorzio ad aumentare considerevolmente il patrimonio e le attività.
Da allora ad oggi tale struttura organizzativa è il necessario punto di riferimento per ogni iniziativa che interessi l’agricoltura provinciale e marchigiana. Il Consorzio Agrario conta circa 500 soci, 9 mila clienti attivi, 34 sedi ubicate in città e paesi di tre province  – Ancona, Pesaro e Macerata – e un fatturato che oscilla intorno ai 70 milioni di euro.

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