Jesi-Fabriano

Chiaravalle: volti senza sorriso e occhi pieni di ansia. I lavoratori della manifattura tabacchi in assemblea permanente

La città si stringe intorno alla sua storica fabbrica. Solidarietà dall'assessora regionale Manuela Bora e dalla politica locale. Gli operai manifestano in silenzio e con grande dignità. In più di 80 sono in ansia per il loro lavoro

Lavoratori della Manifattura e sindacalisti in assemblea
Lavoratori della Manifattura e sindacalisti in assemblea

CHIARAVALLE – Volti senza sorriso. Occhi che raccontano di notti insonni, piene di ansia e preoccupazione. Torna l’incubo del fallimento alla manifattura tabacchi e tra i lavoratori, che da ieri, 29 novembre, sono in assemblea permanente nei locali della fabbrica, si respira un’atmosfera di delusione, frustrazione, rabbia. Qualcuno fuma nervosamente, qualche altro legge attentamente il documento con le motivazioni della revoca del concordato preventivo da parte del tribunale, altri siedono silenziosi nella stanza delle riunioni: nei cuori di tutti la paura della disoccupazione, il timore di veder morire una realtà produttiva storica.

«Attendiamo l’esito della richiesta dell’esercizio provvisorio – dice Giuseppe Giorgetti della Cisl – che consentirebbe la prosecuzione del lavoro. C’è grande rammarico perché un’azienda produttiva che fa utile tutti i mesi non può essere lasciata fallire e auspichiamo che nel frattempo si possa avvicinare anche qualche eventuale ipotetico acquirente per dare una dignità del lavoro a quasi cento persone che oggi si sentono letteralmente in mezzo a una strada».

Alcuni lavoratori in assemblea permanente nel cortile interno della Manifattura

Anche Giorgio Catacchio della Cgil e Claudio Sbarbati della Uil sono in manifattura a sostenere i lavoratori. «Mi sembra strano – afferma Catacchio – che ci sia contestualità tra il commissario che ha redatto una relazione negativa sull’azienda e il curatore che ha l’incarico di garantire il suo valore commerciale e possibilmente di dargli prospettive occupazionali e produttive. Ci sono diverse questioni contenute nella sentenza che lasciano perplessi perché sia i lavoratori che i fornitori sono sempre stati pagati senza utilizzo di cassa integrazione o di altri ammortizzatori sociali, con 2 importanti contratti con l’estero definiti di cui uno già autorizzato dagli organi di controllo. Con questa decisione c’è anche il problema dell’interesse dei creditori: così ci sono creditori privilegiati, banche con ipoteche di primo grado, Inps e lavoratori dipendenti mentre altri creditori di interesse collettivo, come l’agenzia dell’entrate, presumibilmente non riceveranno più nulla».

«Il fallimento sarebbe un danno grave per Chiaravalle e per le Marche – dice Manuela Bora, assessora alle attività produttive della Regione – è necessario fare tutto quanto è nelle nostre possibilità per scongiurare un evento che ci lascia particolarmente perplessi e addolorati. Siamo convinti che l’azienda abbia tutte le potenzialità per continuare l’ottimo lavoro avviato dall’ottobre 2016, grazie alla professionalità della dirigenza e dei lavoratori, un percorso di risanamento e di rilancio che ha consentito di superare le criticità della precedente gestione e scongiurare, già allora, il rischio di un fallimento immediato». La solidarietà ai lavoratori è stata espressa da tutti i partiti, dal Pd al Art. 1 MDP a Forza Italia.

Sulla cancellata il vessillo dei tifosi della Biagio Nazzaro che esprimono solidarietà ai lavoratori

E fuori dallo stabilimento regna il silenzio. Sulla cancellata un vessillo dei tifosi della Biagio Nazzaro, sensibili alle sorti dei lavoratori: un’atmosfera resa malinconica dalla giornata uggiosa e grigia. In un anonimo mercoledì di novembre dentro la Manifattura batte ancora forte il cuore di ottanta uomini e donne dignitosi e che difendono il loro lavoro.

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