Jesi-Fabriano

Fucilata contro il figlio, oggi la convalida degli arresti per il padre

Il 91enne Mario Rosati è in carcere a Montacuto dopo l'episodio di violenza che ha contraddistinto la mattinata di martedì scorso, 5 giugno, a Chiaravalle. Deve rispondere di tentato omicidio aggravato, porto abusivo d'arma da fuoco e ricettazione

montacuto carcere
Il carcere di Montacuto

CHIARAVALLE – È prevista per oggi, 7 giugno, la convalida degli arresti per il 91enne Mario Rosati, in carcere a Montacuto, dopo la fucilata esplosa contro il figlio Renato, di 66 anni, pensionato, ex infermiere, rimasto ferito a un braccio anche se non in modo grave.

Sono passati appena due giorni da martedì 5, quando si è scatenata la violenza che in un lampo si è consumata sul vialetto dove si affacciano le due abitazioni, in viale Marconi, e dove la vittima dell’agguato paterno stava passando a bordo della propria auto. Ed è stato proprio il volante a deviare il colpo, permettendo così al figlio, dopo le cure all’ospedale “Carlo Urbani” di Jesi, di ritornare a casa.

Renato Rosati
Renato Rosati, il figlio

L’anziano, difeso dall’avvocato Maurizio Barbieri, deve rispondere delle accuse di tentato omicidio aggravato, porto abusivo di arma da fuoco e ricettazione, in quanto il fucile da caccia imbracciato, calibro 12, risulta essere stato oggetto di furto, nel 2007, ai danni della ex moglie. E non è escluso che proprio la difesa possa richiedere per lui la perizia psichiatrica.

la casa della sparatoria
Il vialetto e l’abitazione scenari della vicenda

In quei minuti di martedì mattina si è consumato un coacervo di tensioni, di rapporti avvelenati negli anni che avevano portato anche a denunce. Alla base la situazione economica del 91enne, una vita contrassegnata da non pochi problemi, che dopo la separazione dalla moglie doveva versarle un assegno mensile di 400 euro, di poco inferiore alla pensione che incassava.

Situazione che sarebbe divenuta insopportabile per l’anziano, anche perché c’era una badante con lui, alla quale avrebbe preferito lasciare tutto piuttosto che ai suoi congiunti. Una serie di elementi che portano al movente, il quale sarebbe emerso durante l’interrogatorio di garanzia davanti al Pm Irene Bilotta.

Nella sua mente non ci sarebbe stata altra soluzione che imbracciare il fucile.

 

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