Jesi-Fabriano

Biodigestore all’Interporto, dubbi e perplessità approdano in consiglio comunale

Il Movimento 5 Stelle presenta un'interpellanza e una mozione per chiedere maggiore trasparenza. Jesiamo, intanto, al fianco del sindaco Bacci, sollecita l'apertura di un confronto sul tema

consiglio comunale jesi
Il consiglio comunale di Jesi

JESI – Biodigestore all’Interporto, interpellanze e mozioni pronte ad approdare in consiglio comunale. L’ipotesi avanzata all’Ata Rifiuti di realizzare un impianto per il trattamento della frazione umida alla Coppetella non convince l’opposizione e sta creando qualche malumore in maggioranza. Il sindaco Massimo Bacci non esclude a prescindere il progetto, a differenza della minoranza. A tale proposito, il Movimento 5 Stelle ha formalizzato oggi due atti da discutere in aula consiliare.

In soccorso del Primo Cittadino arriva il movimento Jesiamo, che sottolinea la necessità di un confronto aperto prima di prendere posizione: «È del tutto comprensibile che la prospettiva di un impianto per il trattamento di rifiuti sul proprio territorio generi inquietudine e preoccupazione nella cittadinanza – puntualizza la lista civica di maggioranza -. Siamo ormai tutti consapevoli dei rischi per l’ambiente e per la salute connessi ad alcuni processi di smaltimento. Ma dovremmo avere altrettanto chiara in mente l’idea che, per quanto si possa e si debba ridurre la produzione di rifiuti e spingere la differenziazione, la necessità di trattare le varie componenti resta, e le soluzioni andrebbero cercate e costruite proprio in circuiti locali, per non aggiungere ai costi economici ed ambientali dello smaltimento quelli del trasporto. Esistono oggi percorsi avanzati e sostenibili per chiudere il ciclo dei rifiuti, e della frazione organica in particolare, senza continuare a interrare la nostra immondizia o a riversare gas dannosi nell’atmosfera, e anzi traendone energia e quindi ricchezza. Esistono esempi virtuosi, in Europa come in altre regioni italiane, di casi in cui il problema rifiuti è stato trasformato in risorsa per lo sviluppo e la riqualificazione del territorio. Il progetto che l’Ata sta sottoponendo alla nostra amministrazione può essere ricondotto a questa categoria? Si tratta di un pericolo o di una opportunità per il futuro della città? Non lo sappiamo ancora, onestamente, ma ci piacerebbe poterlo valutare serenamente e a fondo prima di iscriverci al fronte dei pro o dei contro. E non possiamo non domandarci sulla base di quali elementi e valutazioni altri si stiano già così convintamente schierando. Per capire se ospitare nel proprio territorio il biodigestore sia nell’interesse degli jesini – prosegue Jesiamo – è necessario sapere con chiarezza che tipo di impianto di andrebbe a costruire, con quali implicazioni e ricadute a tutti i livelli, a breve e lungo termine, analizzando realtà già in essere e acquisendo i giudizi di esperti e associazioni ambientaliste. Un percorso che è appena all’inizio ma che siamo certi verrà affrontato con la serietà e la responsabilità nei confronti dei cittadini di oggi e di quelli di domani, che hanno sempre caratterizzato le scelte dell’amministrazione Bacci. E al quale intendiamo partecipare attivamente, impegnandoci in prima persona in quello sforzo di conoscenza e di comprensione che dovrebbe essere alla base di qualsiasi presa di posizione».

«Come al solito è mancato il coinvolgimento della città – tuona invece Claudia Lancioni, consigliera comunale del M5S Jesi -. Abbiamo appreso la notizia dalla stampa, a parte un vago accenno del sindaco qualche settimana fa. Non capiamo come l’ATA possa essersi presa la libertà di valutare l’installazione di un impianto del genere all’interno del territorio di Jesi. Mi auguro che, come accaduto con la Sadam, non ci chiedano una disponbilità ad accettare un impianto a scatola chiusa, senza far conoscere un progetto e senza sapere alcun dettaglio. Non vogliamo l’ennesima cambiale in bianco da firmare. Siamo fortemente preoccupati e ci opporremo in tutti i modi ad ogni ulteriore carico insostenibile su di un’area che, al contrario, dovrebbe essere risanata».

Nell’interpellanza del M5S si chiede, in particolare, «sulla base di quale mandato il sindaco Bacci ha dato la disponibilità a valutare l’ubicazione dell’impianto in questione sul territorio di Jesi, che tipo di impianto verrebbe insediato, con quali tecnologie e per quali rifiuti, quante e quali emissioni sulle matrici ambientali saranno previste, se esiste un business plan e a che punto sono le bonifiche in zona». Il M5S vuole inoltre sapere «come può essere considerato sostenibile e compatibile tale progetto, da installare a ridosso della futura centrale operativa del 118, di una sede strategica della Protezione Civile ed  in un territorio già fortemente compromesso dal punto di vista ambientale».

Nella mozione – da mettere al voto dell’Aula, a differenza dell’interpellanza – si impegna invece l’Amministrazione «a creare una pagina web del sito del Comune interamente dedicata alla questione, nella quale riportare progetti e documentazione tecnica e consentire così almeno un minimo di trasparenza, oltre ad indire al più presto un Consiglio Comunale aperto sull’argomento, al quale invitare i referenti dell’ATA, della Provincia, della Multiservizi, i sindaci dei comuni limitrofi, con la possibilità di partecipazione ed intervento di cittadini ed associazioni interessate».

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