Jesi-Fabriano

Amministratore di condomini accusato di intascarsi i soldi delle spese, il giudice lo assolve

Vittoria in primo grado per un 41enne senigalliese che gestiva 130 palazzine nello jesino. Un condominio lo aveva fatto finire a processo per truffa e appropriazione indebita. Tutto falso ma l'uomo ha perso il lavoro

Il tribunale di Ancona
Il tribunale di Ancona

JESI – Gestisce 130 condomini ma dopo alcune brutte voci sul suo conto perde il lavoro e finisce a processo per truffa e appropriazione indebita. Tutto falso secondo il giudice del tribunale di Ancona che oggi ha assolto un amministratore condominiale perché il fatto non sussiste. Così un 41enne originario di Senigallia, che si occupava di condomini nello jesino, ha vinto il primo grado di giudizio difeso dall’avvocato Corrado Canafoglia. Ora sta valutando di sporgere querela per calunnia contro chi lo ha denunciato e poi fatto finire a processo.

Per l’amministratore (nove anni di espereinza nel settore) le cose iniziano a mettersi male a novembre 2014, quando un condominio di via Paradiso decide di proporre la revoca del mandato perché sul suo conto erano arrivate voci che non operava come doveva. A maggio dello stesso anno viene confermata la revoca che non si limita solo a quella palazzina. A cascata infatti sempre le voci negative sul suo conto, il 41enne perde tutti i 130 condomini e arrivano le prime denunce, 15 in tutto, sul suo conto, per truffa e appropriazione indebita. Oggi la prima sentenza di uno dei processi in piedi (un altro è in calendario per febbraio 2019) dove il giudice Elisa Matricardi lo ha assolto. Anche il pm si era pronunciato per una assoluzione. L’amministratore era finito a giudizio perché i condomini di via Paradiso lo avevano accusato di essersi intascato oltre 3.700 euro, relativi a spese di pulizia e per lavori edili. Questo era emerso con l’insediamento del nuovo amministratore che aveva segnalato che i conti non portavano.

In sede di processo è stato chiarito un errore di conteggio contabile. La cifra che mancava non sarebbe stata sottratta ma era la rimanenza di un acconto già pagato dai condomini che non avevano quindi dato tutta la cifra. Il 41enne, dopo le revoche, è rimasto senza lavoro e anche attualmente non riesce a trovare una nuova collocazione. Per questo valuterà con il legale se sporgere querela per calunnia contro chi lo ha denunciato nel 2014.

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