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Vaccini e fake news: l’intervista a Daniel Fiacchini, medico e difensore pro-vax

L'esperto senigalliese, coautore del libro "#Comunicare i #vaccini per la #salute pubblica" e fondatore della Rete Informazioni Vaccini (RIV), spiega come si debba fare informazione sull'argomento e le ragioni per non temere la scienza

Daniel Fiacchini
Daniel Fiacchini

ANCONA – Dubbi, scetticismo, esitazione, disinformazione, e soprattutto fake news. Sono questi i nuovi “mostri” che i medici sono chiamati a combattere su uno dei temi più controversi degli ultimi tempi: quello dei vaccini. Un argomento sul quale si è scritto e si è detto di tutto e di più. E proprio la comunicazione, con il suo potere di persuasione, diviene un’arma indispensabile per fare chiarezza e informare correttamente su un tema così delicato che investe la salute pubblica.

#Comunicare i #vaccini per la #salute pubblica

È questo il punto di partenza di “#Comunicare i #vaccini per la #salute pubblica“, il libro scritto a più mani dal senigalliese Daniel Fiacchini con Gianluca IcardiPier Luigi LopalcoMichele Conversano.
Tra i più noti esperti italiani e strenui difensori dei vaccini, gli autori, spiegano come si debba fare informazione sull’argomento, per scardinare l’esitazione vaccinale.
La disinformazione corre sul web. Sembra uno slogan ma è la realtà. È proprio su Internet e sui social che spopolano le teorie più assurde, o come le ha definite il virologo Roberto Burioni nel suo ultimo libro, “balle mortali”, quelle che se vengono considerate vere possono compromettere la salute e disorientare tanti genitori nella decisione se sottoporre o meno i figli alle vaccinazioni. Una sfida, quella tra scienza e disinformazione, ancora aperta.

Intervista a Daniel Fiacchini, coautore di #Comunicare i #vaccini per la #salute pubblica.

Daniel Fiacchini

L’autore ci racconta l’importanza della comunicazione e di credere nella scienza e nella prevenzione.
Il senigalliese Daniel Fiacchini è fondatore di RIV (Rete Informazione Vaccini), coordinatore del Gruppo Tecnico Regionale Vaccini e Strategie di Vaccinazione, referente per l’area Malattie Infettive e Vaccinazioni della Regione Marche, componente del NITAG Italiano (National Immunization Technical Advisory Group), componente del GORES (Gruppo Operativo Regionale Emergenze Sanitarie) e dirigente al Dipartimento di Prevenzione dell’Area Vasta 2 di Fabriano.

Dottor Fiacchini, lo scetticismo di tanti genitori verso i vaccini sta cavalcando l’onda della disinformazione che si diffonde in maniera virale su web e social. Un nodo cruciale quello delle fake news che stanno influenzando le decisioni prese da tante famiglie su quali vaccini fare ai propri figli. Insomma secondo lei una bufala ci seppellirà? O abbiamo ancora speranze?
«Abbiamo molte speranze, la popolazione italiana tende ad essere particolarmente incline alle bufale, questo lo abbiamo visto in molte occasioni. Non ce lo dimentichiamo mai, l’Italia è il paese del metodo Di Bella e di Stamina, però tutto questo può e deve essere migliorato. Penso che da un punto di vista professionale, chi si occupa di informazione scientifica, debba essere fiducioso e pensare che la comunicazione dei vaccini in italia possa essere migliorata. Ci sono realtà nel mondo che devono farci riflettere: abbiamo lo stesso calendario vaccinale, eseguiamo le stesse vaccinazioni in tutta Europa, eppure ci sono Paesi dove le coperture vaccinali superano il 99% e Paesi come l’Italia dove stentiamo ad arrivare alle coperture di sicurezza».

Quando si parla di vaccini viene naturale pensare subito alla prima infanzia, ma in realtà non è così, infatti il piano vaccinale comprende anche diverse vaccinazioni per gli adulti, come ad esempio la raccomandazione di eseguire tra i 19 e i 64 anni il richiamo per difterite, tetano e pertosse. Poi c’è il discorso della vaccinazione anti-influenzale, per non parlare di quella contro l’Herpes Zoster raccomandata per gli anziani. Per i ragazzi poi c’è quello contro il papillomavirus. Infanzia, bambini e anziani, le vaccinazioni si confermano utili per tutte le età…
«In tutte le età si registra un certo scetticismo riguardo i vaccini, basti pensare che l’ultimo dato di copertura vaccinale per l’influenza negli ultra 65 è del 50%, solamente la metà degli aventi diritto si vaccina. Questo ci fa capire che il fenomeno dell’esitazione vaccinale non riguarda solo i genitori italiani, ma è trasversale e caratterizza tutte le fasce età. Un monito per tutti gli operatori sanitari perché con le vaccinazioni si salvano vite umane. Dovremmo pensare non solo a offrire le vaccinazioni a tutte le età, cosa che adesso il piano nazionale vaccini prevede, ma dobbiamo impegnarci a capire come affrontare l’esitazione che registriamo in tutte le fasce d’età. Ecco perché è importante la comunicazione, ecco perché è importante approfondirla con un testo come questo che ho scritto insieme ad altri autori».

Nucleo centrale del libro la riflessione sull’importanza di comunicare correttamente un tema così delicato e importante come quello dei vaccini, rilevante per la salute pubblica. Ecco, come è possibile far comprendere la reale importanza dei vaccini?  Un ruolo che compete solo ai medici, quello di comunicare bene?
«Sia gli operatori sanitari, ma anche i divulgatori scientifici e gli stessi giornalisti, ognuna di queste categorie così come i professori di biologia dei licei, ognuno di loro ha il dover di informare correttamente. In primis i medici devono imparare a capire chi hanno davanti e parlare la stessa lingua dei genitori. C’è una ricerca molto interessante che è stata pubblicata su una rivista internazionale, che parla della situazione italiana, spiegando che un fattore di rischio di esitazione nel vaccinare figli nasce quando i genitori ricevono opinioni discordanti da parte di operatori diversi. Questo dimostra che l’informazione corretta è fondamentale, tutti dobbiamo parlare la stessa lingua, non per omologarci, ma perché questa è lingua della scienza, poi ovviamente noi medici dobbiamo interpretarla per renderla di facile comprensione ai genitori. I medici devono sapere che c’è un problema che si chiama esitazione vaccinale, molto sviluppato in Italia e il motivo per cui da qualche anno a questa parte c’è una grande attenzione anche politica sul tema vaccini nasce anche da questo. Abbiamo affrontato coperture vaccinali scandalose, in conseguenza delle quali il morbillo si è diffuso in Italia in maniera epidemica. Stiamo contando 10 morti dall’inizio del 2017, per colpa di un epidemia che ha fatto quasi 10 mila casi: abbiamo 1 morto ogni 1000 casi di morbillo e queste sono morti evitabili. Il morbillo è eradicabile, come i nostri nonni hanno eradicato il vaiolo, noi dovremmo eradicare il morbillo. Ma che succede? Che i genitori evitano, hanno paura degli effetti collaterali, tutte cose comprensibili, ma in questo senso medici, operatori sanitari, divulgatori scientifici e giornalisti devono imparare a comprendere l’importanza della corretta informazione e il medico deve imparare a comunicare i vaccini. Questo è l’obiettivo del libro, parlare di comunicazione, di esitazione vaccinale, alla quale abbiamo dedicato un intero capitolo. Abbiamo anche rivolto una chiamata all’azione ai giornalisti, perché un giornalista oggigiorno deve capire che quando parla di vaccini deve farlo in maniera molto attenta e rigorosa. Così come abbiamo rivolto un appello ai docenti, perché anche i bimbi devono appassionarsi alla scienza e ai vaccini perché anche questi sono scienza».

Un bel faccia faccia quello tra scienza e disinformazione. Chi vincerà?
«Vince il mio ottimismo. Penso sempre che ci siano delle opportunità e noi dobbiamo fare di tutto perché ci sia l’impegno comune a far bene e alla fine vincerà sicuramente la prevenzione».

 

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