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Pesaro “modello” esportabile della crescita nelle Marche. Antonello Delle Noci: «Oggi stiamo raccogliendo quanto abbiamo seminato»

Intervista all'assessore al bilancio della città rossiniana. Una panoramica a 360 gradi su quanto fatto e quanto ancora da fare. Da qui al 2030

Antonello Delle Noci
Antonello Delle Noci

PESARO – La ripresa economica del paese è confermata da tanti dati, come quello dell’occupazione o quello del Pil in aumento. Ciò è stato testimoniato anche dalle società di rating internazionali come l’agenzia Standard & Poor’s che ha rivisto al rialzo il rating dell’Italia. In questo contesto, il territorio di Pesaro sta giocando bene la sua partita grazie anche a un modello virtuoso di crescita degli investimenti e di contenimento delle tasse che pone la città rossiniana tra i principali interpreti di questa ripresa economica.

A spiegare il contesto pesarese ci ha pensato Antonello Delle Noci, assessore al bilancio, patrimonio, personale, centro storico e ricerca fondi comunitari e nazionali del Comune di Pesaro.

Assessore, cosa avete fatto in questi anni per essere riconosciuti tra i protagonisti di questo rilancio italiano?
«L’amministrazione comunale sta facendo un grande lavoro in questi anni: siamo riusciti a portare a termine quasi tutti i punti programmatici che ci eravamo prefissati e stiamo elaborando una visione strategica che proietta la città di Pesaro in avanti. Guardiamo fino al 2030 e lo facciamo attraverso una strategia che punta ad abbassare le tasse e ad aumentare gli investimenti pubblici. Senza però dimenticarci del sociale: i fondi anticrisi continuano a essere stanziati e anzi, vengono incrementati a 250mila euro».

Come si arriva a questi risultati di buona amministrazione?
«Sicuramente il settore del turismo è una risorsa per la città: sta crescendo, ce lo confermano i dati anche regionali diffusi di recente, e noi abbiamo intenzione di farlo crescere ancora di più sino a occupare quasi un quarto dell’economia cittadina. Poi c’è lo sblocco delle risorse grazie al patto di stabilità sui cui abbiamo lavorato io assieme al consigliere dell’allora governo Renzi Luigi Marattin, liberando solo nella città di Pesaro 60 milioni di euro di investimenti in tre anni. Ma è chiaro che la partita si gioca, oltre al nostro avanzo di bilancio, con le risorse regionali, nazionali ed europee: negli ultimi anni siamo riusciti a intercettare ben 13 milioni di euro solo per quanto riguarda i fondi Ue».

È difficile però pensare a un modello di sviluppo che si fondi solo sul turismo: da cosa può essere accompagnato?
«La perdita di reddito nel settore manifatturiero, nel settore del mobile e dell’artigianato non si compensa col solo turismo. Non sono vasi comunicanti. Per essere sostenibile il modello che abbiamo pensato prevede anche incentivi alle imprese, contributi e politiche attive di sostegno alle realtà del territorio e all’occupazione attraverso l’urbanistica e le infrastrutture: abbiamo in programma ben 32 milioni di euro di investimenti nel solo 2018. A ciò serviranno i fondi sovracomunali intercettati: non solo per dare ossigeno alle aziende pesaresi in difficoltà, ma anche per creare opportunità di lavoro, sviluppo, crescita».

Un esempio?
«Potrebbe essere l’incentivo alla ristrutturazione alberghiera che abbiamo promosso, dando l’opportunità a chi vuole puntare sui servizi ai turisti e sulla riqualificazione delle proprie strutture di non pagare le tasse per tre anni. Ma questo è solo uno dei tanti. C’è poi il bando regionale che vedrà arrivare a Pesaro circa 4 milioni di euro dedicati all’infrastruttura portuale».

Dare occupazione significa anche rimettere in moto un’economia che finora procedeva a rilento a causa della crisi: molte famiglie hanno perso potere d’acquisto, tantissime si trovano in difficoltà. Cosa è previsto per il settore del welfare?
«Il fondo sociale previsto dall’amministrazione di Pesaro è cresciuto fino a 250mila euro che è la quota inserita nel bilancio previsionale 2018: con queste risorse riusciamo a far fronte per quanto riguarda bollette e affitti a circa 150 famiglie, con contributi fino a 1500 euro, anche se i nuclei richiedenti sono più del doppio. Il sostegno alla comunità ci vede impegnati da tempo, anche abbassando le tasse e riducendo i costi della macchina amministrativa: la tari per esempio scenderà di un punto percentuale pur mantenendo la differenziata sopra la soglia del 70%, abbiamo ridotto le spese passando da 18 a 10 dirigenti con un risparmio quantificabile nei tre anni 2014/2017 a circa tre milioni di euro».

Non solo turismo, non solo contributi e welfare ma anche cultura: la conferma dell’Unesco di Pesaro come città creativa non è un caso..
«No, non lo è. Infatti è stata appena approvata in Parlamento una legge per il 2018, scelto come anno rossiniano: oltre alle iniziative locali, regionali e nazionali, verranno stanziati circa 700 mila euro per promuovere Rossini nel mondo, rendendo Pesaro un po’ la capitale della musica. E poi altre risorse arriveranno dal ministero dei beni culturali, circa un milione di euro, per la creazione del museo Rossini».

Un esempio di brand legato al territorio..
«Si, e non vogliamo limitarci all’area pesarese. Assieme alle realtà di Urbino e Fano e a tutti i comuni dell’entroterra presenteremo proprio lunedì 27 novembre un progetto per mettere a sistema – grazie a un bando regionale di quattro milioni di euro di fondi europei – le infrastrutture che collegano costa e collina. Cerchiamo in pratica di mettere in piedi i collegamenti territoriali per poter poi promuovere un’intera zona che è poi la provincia. Un territorio che è ben dotato in quanto a cultura, turismo, prodotti tipici e che può essere collegato ancora meglio se investiamo sulla rete infrastrutturale, per esempio quella ciclabile».

Pesaro è già la città della bicicletta..
«Decisamente! Abbiamo oltre 87 chilometri di piste ciclabili e nel 2018 aggiungeremo un altro pezzo per 1,5 km. Ma vogliamo sempre di più e puntiamo ad arrivare a fine legislatura (nel 2019, Ndr) toccando quota 100 per poi allargarci alle altre realtà, come quella tra Pesaro e Fano che è già stata realizzata».

In previsione c’è anche l’intervento sul nuovo casello dell’autostrada A14 e la riqualificazione di alcune aree in difficoltà..
«Proprio in questo periodo è in conclusione un intervento di circa 3 milioni sulle piazze del centro storico ma c’è poi tutta l’area di via Toscana con oltre 60 capannoni sfitti da riqualificare e soprattutto da rivalutare con un nuovo modello di crescita. Inoltre, dalla fine del 2018 partirà l’intervento di Società Autostrade che riguarderà il nuovo casello autostradale e le opere accessorie. Se a tutto questo aggiungiamo i bandi vinti, riusciamo a calcolare quasi 150 milioni di euro di investimenti sul territorio, con i quali stiamo ridisegnando la città».

Si può parlare di un “modello Pesaro”? Ed eventualmente sarebbe esportabile?
«Direi proprio di sì, è possibile fare investimenti, diminuire i debiti e abbattere i mutui. È possibile, oltre che doveroso, ridurre le tasse e snellire la burocrazia. Nessuno di noi è un mago e se ci riusciamo noi, vuol dire che altre città possono farcela. Certo, sono interventi che impiegano anni prima di vedere i primi frutti, ma oggi stiamo raccogliendo quanto abbiamo seminato».

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