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Oscar Farinetti: «Fico è l’Italia che fa bella figura nel mondo»

Il patron di Eataly racconta la nuova Fabbrica Italiana Contadina di Bologna che, dal 15 novembre (apertura al pubblico), sarà il più grande parco agroalimentare del mondo. Regione protagonista con il 70% della sua produzione enogastronomica sotto l'egida di Food Brand Marche

BOLOGNA – «In Europa ci sono 1200 tipi di mele, 1000 sono in Italia. Per questo abbiamo fatto Fico». Lo slogan scorre nel grande video che accoglie i visitatori di Fico, acronimo di Fabbrica Italiana Contadina che il 15 novembre aprirà i battenti a Bologna: una grande arca della biodiversità “dal campo alla forchetta”, una Disneyland del food che vuole conquistare 6 milioni annui di visitatori con i 100.000 metri quadrati, 2 ettari di campi e stalle all’aria aperta,  200 animali e 2.000 cultivar, 8 ettari coperti con 40 fabbriche di alimentari in funzione, oltre 40 ristoranti e chioschi,  9.000 metri quadrati di mercato, 6 aule didattiche, 6 “giostre” multimediali, un teatro, un cinema, un centro congressi, biciclette a tre ruote con cui fare la spesa. Un progetto colossale, nato dalla sinergia tra Oscar Farinetti patron di Eataly, Coop, Comune di Bologna, associazioni di categoria ed investitori privati per un investimento di 150 milioni di euro.

«Cos’è Fico in una parola: è l’Italia che fa bella figura nel mondo – spiega Oscar Farinetti -. Un progetto che vuole far capire la potenza stratosferica del nostro Paese, l’Italia, con la più grossa biodiversità edibile del mondo. Fico è un modo per spiegare il cibo partendo dall’inizio e non dalla fine. Tutti seguono oggi gli chef, che io adoro, ma il cibo nasce dalla terra, dall’agricoltura, dagli allevamenti. Incominciamo a parlare dal cibo partendo dalla terra. Dopo facciamo la fabbrica quindi la trasformazione, la tecnica del freddo per la conservazione, la lentezza per la maturazione… poi andiamo a tavola, in mezzo un po’ di giostra educativa dove impari la storia di tutto questo».

In questa straordinaria vetrina, che si è palesata oggi in anteprima alla stampa di tutta Italia, le Marche avranno un posto d’onore, con un chiosco targato Food Brand Marche e nato in collaborazione con la Regione Marche. Olive all’ascolana, brodetto di pesce, maccheroncini di Campofilone, ciauscolo, vincisgrassi…, un’offerta ampia di piatti tipici marchigiani, in uno stand che mette in mostra le eccellenze della regione e che propone, a rotazione, le sue ricette più popolari, dando spazio anche ai vini e alle filiere biologiche. Nello stand, una cucina attrezzata dal Gruppo Fileni proietta i visitatori dentro la filiera biologica dei suoi prodotti tipici.

“Food Brand Marche”, neonato consorzio di aziende e associazioni di produttori delle Marche, ed uno dei primi consorzi regionali multifiliera in Italia, si è presentato oggi a Bologna in questo nuovo spazio, e vi resterà per 12 mesi grazie al supporto della regione Marche. Un progetto, quello dell’associazione produttori dell’agroalimentare marchigiano, che unisce  il 70% della produzione enogastronomica delle Marche, e che rappresenta l’80% dell’IGP Marche ed il 100% del marchio di qualità regionale QM, il 50% del Pil wine&food delle Marche, per un fatturato aggregato di 750 milioni di euro. L’associazione aggrega circa 3mila imprese agricole del territorio trainate dai sette soci fondatori: BovinMarche, Consorzio vini piceni, Consorzio Marche biologiche, Consorzio Casciotta d’Urbino dop, Istituto marchigiano di tutela vini, Società Agricola Biologica-Gruppo Fileni, TreValli Cooperlat.

Sempre a Fico, le Marche sono presenti anche nell’arredo con altri grandi marchi: cappe Elica, luci IGuzzini, vetrine refrigerate Clabo, cucine Scavolini, ed inoltre tra i 40 ristoranti della struttura anche un punto dedicato alla Pasta di Campofilone, mentre nel mercato dedicato al design si trovano i prodotti dei Fratelli Guzzini; in mostra, anche, un po’ di Jesi con un trattore (Fiat) New Holland, ed un po’ di Fabriano con gli elettrodomestici Whirpool.

«Food Brand Marche non è un club esclusivo  – ha detto il direttore dell’associazione, Alberto Mazzoni – ma una realtà aperta a tutte le aziende che producono prodotti certificati da terzi. L’idea di fare squadra è stata pienamente condivisa dalle grandi compagini, che faranno da traino ai piccoli». «Il progetto Fico – ha detto l’assessore all’Agricoltura della Regione Marche, Anna Casini – ci consente di intercettare un segmento turistico, quello enogastronomico, in continua crescita. Dopo il sisma, abbiamo bisogno di opportunità; Fico, oltre che una vetrina, offre l’occasione di raccontarci e di proporci, di utilizzarla come volano della ricostruzione verde del nostro entroterra».

Nel nuovo hub di Bologna, presso lo spazio assegnato dalla Regione Marche, si alterneranno degustazioni, eventi speciali, corsi, presentazioni e focus sulle produzioni di qualità e sulle nicchie regionali. Poi sarà la volta delle fiere-obiettivo: tra queste, Sol e Agrifood di Veronafiere, Tuttofood di Milano, Cibus di Parma, Sana di Bologna. Ma anche Il Fancy Food di New York, l’Anuga di Colonia, il Sial di Parigi o il Foodex di Tokyo. Tra le attività nel breve, la presentazione di uno studio Nomisma sullo stretto rapporto tra qualità dell’agroalimentare e qualità della vita nelle regioni italiane.

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