Fabriano

Ospedale di Fabriano in rosa per la prevenzione dal tumore al seno

Nella la sala riunioni dell'Unità operativa di Oncologia, il direttore dell’area Vasta 2 Maurizio Bevilacqua, i medici Rosa Rita Silva, Francesco Bartelli, Chiara Giacometti e Manuela Andreoli, Attilio Parca, i vertici dell’Associazione Noi come Prima, Gianna Catufi e Patrizia Corradini, hanno sottolineato l'importanza della prevenzione

L'ottobre rosa a Fabriano

FABRIANO – Anche l’ospedale Engles Profili di Fabriano si è illuminato di rosa per celebrare l’ottobre rosa, il mese della consapevolezza sul tumore al seno, campagna annuale mondiale che ha l’obiettivo di incrementare la conoscenza di questa malattia. Nella la sala riunioni dell’Unità operativa di Oncologia, il direttore dell’area Vasta 2 Maurizio Bevilacqua, i medici Rosa Rita Silva, Francesco Bartelli, Chiara Giacometti e Manuela Andreoli, Attilio Parca, i vertici dell’Associazione Noi come Prima, Gianna Catufi e Patrizia Corradini, hanno sottolineato che sia la prognosi che il trattamento sono influenzati dallo stadio in cui la neoplasia si trova al momento della diagnosi. Per questo la prevenzione non deve spaventare ed è necessario che le donne si sottopongano sia allo screening che alla senologia clinica e ad altri controlli, come la visita medica.

«Facendo così – ha affermato Bevilacqua – si entra in un percorso di azione coordinata che nell’Area Vasta 2, da diversi anni, fila a vele spiegate grazie all’organizzazione garantita da medici e infermieri della Radiologia, Chirurgia e Oncologia, tanto più che siamo tra le poche realtà del centro Italia che possiamo fare esami istologici».

Si tratta di un impegno multidisciplinare. «È sufficiente suonare un solo campanello – ha affermato Silva – per entrare in un circuito che dimostra quanta attenzione pone il sistema sanitario per garantire quest’opera di prevenzione che, spesso, non ha il riscontro che invece vorremmo avesse. Addirittura abbiamo fatto anche una specifica lista delle donne operate, come dire sediamo tutti intorno a un tavolo e lottiamo per te».

Il tumore della mammella è quello più frequentemente diagnosticato nella popolazione femminile, rappresentando il 29% delle diagnosi di neoplasia nelle donne. Si stima che nel 2018 verranno diagnosticati 52.800 nuovi casi di carcinoma mammario nella popolazione femminile. La sopravvivenza a 5 anni è pari in Italia all’87%, dato tra i migliori d’Europa, ed è molto simile alla sopravvivenza che si registra in Usa e in Australia. Il rischio di ammalarsi di carcinoma della mammella aumenta con l’età, con una probabilità di sviluppo di cancro al seno del 2.4% fino a 49 anni d’età, del 5.5% dai 50 ai 69 anni e del 4.7 % tra 70 e 84 anni.

«Numerosi studi hanno dimostrato come lo screening mammografico sia in grado di ridurre la mortalità e aumentare le opzioni terapeutiche. Nei programmi di screening la mammografia con cadenza biennale è indicata in tutte le donne dai 50 ai 69 anni, anche se in alcune Regioni (Emilia-Romagna, Piemonte) l’età d’inizio dello screening è stata abbassata a 45 anni, proposta avanzata anche nella nostra Regione. L’adesione delle donne allo screening mammografico in Italia è del 56-57%, nelle Marche è circa del 50%».

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