Fabriano

Ospedale, il duro affondo dell’Associazione Fabriano Progressista

Dopo l’allarme lanciato sulla carenza di personale infermieristico, Vinicio Arteconi, capogruppo in consiglio comunale, torna ad attaccare l’Area Vasta n. 2, Maurizio Bevilacqua, relativamente alla situazione degli anestesisti e di chirurgia generale

Ospedale di Fabriano

FABRIANO – L’Associazione Fabriano Progressista torna a puntare i riflettori sull’ospedale Engles Profili. Dopo l’allarme lanciato sulla carenza di personale infermieristico, Vinicio Arteconi, capogruppo in consiglio comunale, torna ad attaccare l’Area Vasta n. 2.

«Il Direttore generale dell’Area Vasta 2, Maurizio Bevilacqua, in occasione del Consiglio comunale aperto svoltosi il 27 settembre scorso attraverso una litania di stancanti diapositive ha cercato di dimostrare che l’ospedale fabrianese come struttura è il migliore dei mondi e gode di ottima salute. Non è la prima volta, probabilmente non sarà l’ultima. Ha evitato accuratamente di rispondere alle osservazioni dei sindacati in merito ai concorsi per l’assunzione del personale e riguardo ad un presunto “buco” nel bilancio dell’Area Vasta 2. Insomma, un silenzio assordante», l’incipit dell’Associazione Fabriano Progressista.

«A noi risulta una carenza particolarmente rilevante riguarda l’organico degli anestesisti e tale da tradursi in un contingentamento delle sedute operatorie. A fronte di un organico previsto di 17 specialisti ne risultano attualmente in servizio stabile soltanto 10. La loro professionalità e abnegazione sono totali: nonostante l’esiguo numero, garantiscono pienamente la sicurezza e le urgenze. Il sottodimensionamento si scarica tuttavia sulle liste di attesa degli interventi programmati, che si allungano sempre più e riduce della metà la complessiva attività operatoria. Non si riesce a gestire la quotidianità. Il contratto non viene rispettato: turni, ferie, aggiornamento, malattie trovano il tempo che trovano. Il circolo vizioso non si arresta. L’attività ambulatoriale si svolge una volta al mese. Ne pagano le conseguenze la terapia del dolore e le visite pre-operatorie», il duro j’accuse.

«Per quanto riguarda la chirurgia generale si registra una lista d’attesa di 350 interventi, dovendosi dare la precedenza agli interventi oncologici. Si registrano sedute impegnate fino al 28 febbraio e fino al 30 marzo del prossimo anno rispettivamente in urologia e in otorino. Tutto ciò stride con le promesse del rilancio del settore operatorio e con le reiterate promesse dell’istallazione di nuove sale operatorie. Nel recente concorso di luglio 2017, bandito per ovviare alle necessità fabrianesi, i 19 anestesisti risultati idonei sono stati quasi tutti dirottati verso altre Aree Vaste. Una sola unità è stata riservata a Fabriano, peraltro già in servizio precario presso il nostro nosocomio e dunque semplicemente stabilizzata. Giunge ora la notizia che due anestesisti, rispettivamente in servizio presso l’ospedale di Jesi e di Senigallia sarebbero disponibili a ricoprire alcuni turni per garantire lo snellimento delle liste d’attesa. Si ritiene che tale iniziativa sia puramente congiunturale e legata a necessità delle equipe di provenienza che potrebbero in ogni momento richiamarla in servizio presso di loro».

In conclusione, «pretendiamo azioni vere e non vuote considerazioni. Vogliamo difendere il nostro ospedale ricco di professionalità e di eccellenze a tutti i livelli, anzi batterci per arricchirlo ed estenderne le potenzialità a beneficio di una più larga Area Montana».

 

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