Fabriano

Lavori nel fiume Esino a Fabriano, rischio sicurezza per Legambiente

Dragano una parte del fiume Esino nei pressi della frazione Borgo Tufico di Fabriano. Aumenta il rischio sicurezza per gli argini, senza alcuna stabilità, accusa l'associazione ambientalista, che ha informato le Forze dell’ordine

Come si presentano ora gli argini dell'Esino

FABRIANO – Dragano una parte del fiume Esino nei pressi della frazione Borgo Tufico di Fabriano. Aumenta il rischio sicurezza per gli argini, senza alcuna stabilità, che ora superano abbondantemente il metro di altezza. E danni all’eco-sistema. Legambiente di Fabriano ha informato le Forze dell’ordine.

Domenica 15 ottobre, alcuni residenti di Borgo Tufico di Fabriano hanno notato un mezzo meccanico in azione nel tratto fiume compreso fra la centrale idroelettrica e il campo base della Quadrilatero. Hanno chiesto spiegazione all’operatore e questi «ha affermato che stava effettuando lavori di pulitura del fiume per conto della centrale e che tutte le autorizzazioni erano in loro possesso», riferiscono i residenti.

Al termine di questi lavori, dragato il fiume per decine di centimetri, «il materiale di risulta, ghiaia di fiume, è stata usata per riprofilare le sponde del fiume senza alcuna stabilità e alla prima piena potrebbero determinarsi problematiche non indifferenti. L’altezza è dal metro abbondante ai circa due metri, da un lato. Dall’altra sponda del fiume, forse si arriva a tre metri. Ci chiediamo, le Istituzioni competenti dove sono? Sono a conoscenza di questa cosa? È un lavoro ben fatto?».

Sull’argomento è intervenuto anche il presidente del locale circolo di Legambiente, Benvenuto Mezzanotte. «Ci troviamo di fronte all’ennesima aggressione a quello che fu in passato il sito più bello di tutto il fiume Esino e per il quale mi sono battuto anni fa quando furono mandate le ruspe, prima nel Giano e quindi nell’Esino, per fare un lavoro del tutto simile a quello fatto in questa occasione. Si tratta di un episodio vile perché tutto viene fatto in silenzio, nel week-end, e non si può evitare il danno. E il danno è notevole perché viene distrutto per l’ennesima volta un ecosistema, quello del fondale del fiume e delle sue rive, che dà vita a vegetali e animali, pesci compresi. Anche questa volta ho provveduto ad informare le forze dell’ordine competenti e spero di sapere: se esiste realmente una autorizzazione per l’esecuzione e in caso affermativo se doveva essere realizzato così; Chi ha autorizzato e se ha tenuto conto di tutte le normative vigenti e del contratto di fiume; Se una centrale idroelettrica ha uno “statuto speciale” per il quale può fare nel fiume tutto quello che vuole. Attenderei risposte».

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