Fabriano

Fabriano: Messa in onore di San Sebastiano, la scuola di Marischio quest’anno non ha partecipato. Lo stupore del Parroco e dei genitori

«Mi ha chiamato una maestra, dicendomi che le istituzioni scolastiche non avevano autorizzato la partecipazione dei bambini che frequentano la scuola della frazione di Fabriano, dalla prima alla quarta classe, perché essendoci un bambino musulmano, sarebbe stata una discriminazione»

La scuola di Marischio

FABRIANO – Genitori e parroco di Marischio a Fabriano stupiti dalla decisione delle istituzioni scolastiche dell’istituto comprensivo Marco Polo di non far partecipare gli studenti delle elementari alla tradizionale messa in onore di San Sebastiano.

Una tradizione che si ripete da decenni e che, invece, quest’anno è saltata. A raccontare l’accaduto, il parroco – da quindici anni – della chiesa di Marischio, don Gino Pierosara. «Come tutti gli anni, a eccezione del 2017 perché la scuola elementare era chiusa a causa del sisma e gli studenti trasferiti a Fabriano, abbiamo preso accordi per la partecipazione dei bambini alla messa in onore del Santo Patrono, San Sebastiano. Visto che il giorno ufficiale era il 20, dunque di sabato e la scuola è chiusa, abbiano concordato con le maestre, di anticiparla a venerdì 19 gennaio alle 11. I bambini, come avviene sempre, erano felicissimi di poter partecipare».

Però, il giorno prima, una telefonata è giunta a don Gino. «Mi ha chiamato una maestra, dicendomi che le istituzioni scolastiche non avevano autorizzato la partecipazione dei bambini che frequentano la scuola della frazione di Fabriano, dalla prima alla quarta classe, perché essendoci un bambino mussulmano, sarebbe stata una discriminazione. Il bambino, infatti, sarebbe rimasto a scuola, senza partecipare. Il problema non è la famiglia del bambino mussulmano, sarebbe rimasto a scuola a fare altre attività come avviene quando c’è l’ora di Religione. Il problema sono i nostri cosiddetti cristiani che hanno paura e timore di non si sa cosa. Non ci sarebbe stata alcuna discriminazione. Siamo ormai arrivati a livelli inaccettabili che una minoranza condiziona una maggioranza. Io ho risposto all’insegnante che per non emarginare un bambino, penalizziamo tutti gli altri che erano contenti di partecipare a questa Messa. Non possiamo rinunciare alle nostre tradizioni, idee, punti fermi, valori, su cui è costruita ancora la nostra società. Stiamo cercando, però, di fare di tutto per rinunciare a quello che siamo. È stata un eccesso di attenzione da parte delle istituzioni scolastiche, non certo della famiglia del bambino».

Don Gino, ricorda come non sia la prima volta che a frequentare la scuola di Marischio a Fabriano, ci siano bambini di altre religioni, «sikh e mussulmani, ma la Messa è sempre stata celebrata. Non capisco cosa sia cambiato quest’anno».

Molti i genitori che non hanno gradito per niente questa decisione presa dal dirigente scolastico, Antonello Gaspari, sono intenzionati a chiedere spiegazioni ufficiali durante il consiglio d’istituto convocato in questa settimana.

Ma il dirigente scolastico si dichiara sorpreso e promette che andrà a fondo per capire cosa è accaduto. «Ufficialmente non sono stato informato di nulla. Deve esserci stato un equivoco perché non ho difficoltà in tal senso. Generalmente faccio fare la benedizione pasquale nonostante la direttiva del ministro dell’Istruzione non molto favorevole sull’argomento. Cerchiamo di rispettare tutti, ma non significa non rispettare la nostra tradizione. A me nessuno ha chiesto nulla e io non ho detto né si né no. Al termine di una riunione fra docenti si è toccato questo argomento e una insegnante ha espresso perplessità visto che ci sono studenti che non avrebbero voluto partecipare e sarebbero rimasti da soli, magari con la bidella. Ma se fossi stato informato, avrei provveduto certamente anche pagando un’insegnante per stare un’ora in più. Io sarei stato d’accordo e avrei trovato certamente una soluzione. Chiamerò don Gino per spiegare il tutto».

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