Fabriano

Fabriano: Il giudizio della Fiom sull’acquisto dello stabilimento di Albacina da parte dell’Ariston Thermo

Il funzionario sindacale Pierpaolo Pullini, responsabile del territorio di Fabriano, ed il Segretario Generale di Ancona Tiziano Beldomenico, chiedono che si convochi un tavolo per studiare gli sviluppi della reindustrializzazione

Ariston Thermo

FABRIANO – «Positivo l’accordo tra Whirlpool e Ariston Thermo Group. Adesso si convochi un tavolo per discutere degli sviluppi della reindustrializzazione del sito di Albacina a Fabriano».

A chiederlo sono il funzionario della Fiom Pierpaolo Pullini responsabile del territorio di Fabriano ed il Segretario Generale delle Fiom di Ancona Tiziano Beldomenico. Il riferimento è alla notizia dell’accordo per la reindustrializzazione dello stabilimento di Albacina di Fabriano fra la Whirlpool e la Ariston Thermo. Quest’ultima realizzerà presso il sito un centro di competenza per la progettazione e produzione di tecnologie rinnovabili avanzate per il comfort termico.

Il sito di Albacina ospiterà le attività progettuali, di laboratorio e produttive relative a questi nuovi prodotti. Il nuovo centro sarà inoltre dotato delle metodologie produttive più innovative del Gruppo, con particolare attenzione ai temi della sicurezza, della gestione del flusso produttivo e della minimizzazione di sprechi e perdite, incentrate sulla metodologia World Class Manufacturing. Sul fronte occupazionale, si parla – ma è ancora da confermare – che l’intera operazione potrebbe generare circa 50 nuovi posti di lavoro. Una boccata d’ossigeno per il comprensorio di Fabriano.

«L’accordo ha una doppia valenza. Da un lato si verifica un investimento di una Multinazionale importante e leader nel proprio mercato di riferimento, azienda storica che continua a investire sul territorio, in controtendenza con l’andamento generale che colpisce tutta l’area del fabrianese. Dall’altro siamo in presenza alla realizzazione, da parte di Whirlpool, di una parte importante del piano di riorganizzazione siglato al Mise nel 2015 che riguarda appunto la reindustrializzazione del sito per cui era prevista la dismissione e che dovrebbe assorbire una parte dell’eventuale esubero del sito di Melano», evidenziano i due rappresentanti della Fiom.

«Reindustrializzazione che si concretizza con un progetto credibile e, speriamo e confidiamo conoscendo i soggetti coinvolti, di lunga prospettiva con ricadute positive per tutto il territorio. A fronte di questo è necessario convocare al più presto un tavolo di confronto nel quale le organizzazioni sindacali possano avanzare le proprie proposte e richieste per valorizzare ulteriormente questo progetto, discutendo delle condizioni delle persone che saranno impiegate nelle produzioni che si andranno a sviluppare».

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