Fabriano

Pediatria e Punto nascita, il punto dell’Associazione Fabriano Progressista

Ragionare seriamente in termini di Area Vasta per scongiurare le criticità del Dipartimento Materno Infantile del presidio ospedaliero della città della carta, è la richiesta del consigliere comunale Vinicio Arteconi

Ospedale di Fabriano

FABRIANO – Ragionare seriamente in termini di Area Vasta per scongiurare le criticità del Dipartimento Materno Infantile dell’ospedale Engles Profili di Fabriano. A essere certa di ciò, l’Associazione Fabriano Progressista che prosegue nella sua disamina sulle condizioni in cui versa il presidio ospedaliero cittadino.

«Iniziamo con l’Unità operativa semplice dipartimentale di pediatria.  Mentre a Fabriano vi è un unico specialista, l’ospedale di Senigallia consta di otto pediatri. A Jesi poi prestano servizio nove specialisti, che, entro breve tempo, una volta che sarà perfezionata la nomina del primario del reparto, sommeranno a dieci. Lo squilibrio è evidente. Ancora una volta è lecito chiedersi il perché e con quale coerenza si ragioni in alcune circostanze come Area Vasta ed in altre come Unità operative distinte. Non possiamo meravigliarci allora che tre pediatri assunti mediante un concorso mirato a riempire i vuoti d’organico nell’ospedale della nostra città, abbiano poi ottenuto con estrema celerità il trasferimento a Jesi e a Senigallia».

Non si può chiedere all’unico pediatra in servizio a Fabriano di garantire trenta giorni su trenta la pronta disponibilità quando dovrebbe essere invece prevista la guardia 24 ore su 24. «È palese che in tal modo si contravvengono i limiti previsti dalla normativa europea e le disposizioni del contratto nazionale, limiti non semplicemente formali, ma, come è ovvio, posti a contrastare lo stress dei medici e il rischio clinico. Non è possibile che vi siano neonati di categoria A e neonati di categoria B», la forte presa di posizione.

Considerati nel loro insieme Fabriano, Jesi e Senigallia, i pediatri in servizio nell’Area Vasta 2 sono diciannove.  «Ora per assicurare una guardia di 24h sono necessarie sei unità. Quindi, per i Punti Nascita dei tre ospedali occorrono diciotto pediatri. In questo modo potrebbero garantirsi funzionali guardie pediatriche come del resto avviene in altre località. La mancanza di pediatri nell’ospedale della nostra città ha comportato da circa otto mesi la chiusura degli ambulatori con conseguente disorientamento dell’utenza, che si trova costretta a rivolgersi ad altri luoghi viciniori per far fronte alle proprie esigenze sanitarie, nosocomio di Branca nell’Umbria in primis».

Un contributo importante può venire inoltre dai pediatri di base. «Facessero sentire la loro voce, indicando azioni, integrazioni e tutto quanto di più utile si potrebbe attuare al fine di scongiurare la chiusura di un servizio essenziale per tutta la popolazione della zona montana. Ci auguriamo che Maurizio Bevilacqua e Luca Ceriscioli riescano a porre fine a questo stato di estrema emergenza. Speriamo che riescano finalmente, e per sempre, a ragionare in termini di Area Vasta».

Questa situazione, si riverbera sul Punto Nascita. «La presenza del pediatra in sala parto è necessaria e obbligatoria. L’ostetrica e il ginecologo devono vigilare la mamma durante e dopo la nascita, mentre costituisce un peculiare compito del pediatra assistere e eventualmente rianimare il neonato».

Stanno sorgendo anche altre problematiche. «Il precariato mette a rischio la seconda guardia delle ostetriche. Non viene garantito loro il doppio turno legalmente previsto onde curare l’assistenza a due travagli contemporanei in sale parto anche distanti tra loro. Va infine segnalato che a tutt’oggi non si effettua, al momento del parto, il prelievo per la donazione delle cellule staminali del cordone ombelicale. Da circa un anno è stato sospeso l’importante servizio di isteroscopia finalizzato alla diagnostica ginecologica perché giacciono nel limbo inevasi ordini per l’acquisto di attrezzature di ricambio».

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