Benessere

Pressione alta e stress: così non va

L'ipertensione è tra i principali fattori di rischio per le malattie cardiovascolari, anche per le donne. Quali sono i fattori di rischio? Lo abbiamo chiesto al dottor Cesare Boria, dirigente medico U.O. di Cardiologia Asur Marche Area Vasta 2 Jesi

E tu, quanto hai di pressione? Se la risposta è “troppo alta”, iniziamo a gestire anche lo stress!
«Diminuite lo stress il più possibile. Imparate e mettete in pratica le tecniche per combatterlo, come il rilassamento e la respirazione profonda. Anche dormire a sufficienza 7 ore per notte e bene potrà esservi utile».

A dirlo è il dottor Cesare Boria, dirigente medico U.O. di Cardiologia Asur Marche Area Vasta 2 Jesi. Abbiamo incontrato lo specialista per conoscere meglio l’ipertensione arteriosa, una tra le patologie più diffuse nei paesi industrializzati e tra i principali fattori di rischio per le malattie cardiovascolari.
Introduciamo l’ipertensione arteriosa…
«La pressione sanguigna è la forza con cui il sangue, pompato dal cuore, preme contro le pareti delle arterie. Se la pressione aumenta e rimane elevata per molto tempo, può danneggiare l’organismo in diversi modi».

Com’è la pressione di una donna ipertesa e come invece dovrebbe essere in un soggetto non iperteso?
«Negli adulti che non soffrono di malattie croniche gravi, di età superiore a 18 anni, i valori della pressione (in mmHg, o millimetri di mercurio) sono suddivisi in quattro gruppi. Normale: minore di 120 la massima e minore di 80 la minima. Borderline: tra 120 e 139 la massima o tra 80 ed 89 la minima. Ipertensione Grado 1: tra 140 e 159 la massima o tra 90 ed 99 la minima. Ipertensione Grado 2: più di 160 la massima o più di 100 la minima. La pressione alta può presentarsi in due forme diverse: ipertensione primaria (essenziale) e ipertensione secondaria. La prima tende a svilupparsi gradualmente nell’arco di diversi anni e in una percentuale variabile tra il 90% e il 95% dei casi non è possibile identificarne nessuna causa. L’ipertensione secondaria è causata da una patologia sottostante che tende a comparire all’improvviso e causa di un incremento della pressione maggiore rispetto all’ipertensione primaria».

L’ipertensione secondaria da cosa può essere provocata?
«Diverse patologie e diversi farmaci possono provocare l’ipertensione secondaria. Tra le patologie ci sono i problemi renali, tumori delle ghiandole surrenali e alcune malformazioni cardiache congenite. Tra i farmaci: la pillola anticoncezionale, le medicine contro il raffreddore, i decongestionanti, gli analgesici da banco e alcuni farmaci con obbligo di ricetta, abuso di FANS nelle donne (per cefalee durante ciclo, emicranie e dolori mestruali) e anche gli stupefacenti, come la cocaina e le anfetamine».

Quali i fattori di rischio?
«I fattori di rischio per l’ipertensione sono svariati e in alcuni casi non è possibile prevenirli. Ad esempio il colore della pelle (l’ipertensione è più frequente nelle persone di colore), precedenti familiari e l’età. Se la pressione alta tende ad essere ereditaria, è anche vero che il rischio di ipertensione aumenta con l’invecchiamento e le donne hanno maggiori probabilità di ammalarsi dopo la menopausa. A questi fattori si aggiungono il sovrappeso, l’obesità, la sedentarietà, il fumo, l’eccesso di sale da cucina nelle diete e di conseguenza la ritenzione idrica, l’insufficienza di potassio e vitamina D nella dieta, l’abuso di alcool, lo stress. Anche alcune patologie croniche possono aumentare il rischio di ipertensione come l’ipercolesterolemia, il diabete, le patologie renali e le apnee notturne. In alcuni casi anche la gravidanza può contribuire all’aumento della pressione».

Quali i sintomi?
«I pazienti affetti da pressione alta per lo più non manifestano alcun sintomo, anche se quando si fanno misurare la pressione i valori sono pericolosamente alti. Alcune persone affette da ipertensione negli stadi iniziali potrebbero soffrire di mal di testa sordo, di giramenti di testa o avere il naso che sanguina più del solito: però questi sintomi di solito non si presentano finché l’ipertensione non è giunta a uno stadio avanzato, o addirittura pericoloso per la vita del paziente. Spesso la pressione alta viene rilevata occasionalmente durante visite aziendali, dal medico curante per altre visite, dal farmacista ecc.».

Dei due valori rilevati durante la misurazione della pressione, qual è il più importante?
«Quando si leggono i risultati della misurazione della pressione, sono importanti entrambe le cifre, ma una volta superati i cinquant’anni la pressione massima è più significativa di prima. L’ipertensione sistolica isolata, la situazione in cui la pressione minima è normale ma quella massima è troppo elevata, è il tipo di ipertensione più frequente tra le persone di età superiore ai cinquant’anni».

Qual è il metodo corretto di rilevazione della pressione arteriosa?
«Misurarla in perfetto relax, distesi o dopo 5 minuti che si sta seduti. Misurare la pressione in tutte e due le braccia (se contemporaneamente meglio) e fare 3-4 misurazioni ignorando la prima misurazione che per motivi tecnici è sempre la più alta. Fare un tabellino delle misurazioni mattina (dopo colazione) e sera».

La pressione alta cosa comporta nello svolgere attività quotidiane?
«Normalmente la pressione alta può essere ben tollerata. Spesso possiamo avere cefalee, vertigini e/o problematiche d’organo legate alle complicanze della pressione su organi bersaglio: la pressione eccessiva sulle pareti delle arterie causata dall’ipertensione può danneggiare non solo i vasi sanguigni, ma anche diversi organi. Più la pressione è elevata e maggiore è il tempo trascorso prima della diagnosi e della terapia, più il danno è grave».

Ci sono esami o test da fare di tanto in tanto (preventivi)? Da che età?
«Dopo i 40 anni fare un check up cardiologico: vasi carotidei e renale ogni 2 anni, ma se ci troviamo di fronte ad una forte familiarità per ipertensione allora il controllo andrebbe eseguito ogni 12 mesi dopo i 50 anni».

La pressione alta, se non viene curata, cosa può provocare?
«Danni alle arterie, aneurisma (la pressione eccessiva può far indebolire e gonfiare i vasi sanguigni, formando un aneurisma. Se un aneurisma si rompe, la vita del paziente è in serio pericolo), insufficienza cardiaca, ostruzione o rottura di un vaso sanguigno cerebrale (l’ipertensione nelle arterie dirette al cervello può rallentare il flusso sanguigno diretto al cervello, oppure provocare lo scoppio di un vaso sanguigno cerebrale, cioè l’ictus), indebolimento e restringimento dei vasi sanguigni dei reni, ispessimento, restringimento o rottura dei vasi sanguigni degli occhi, sindrome metabolica.

Ci sono integratori utili?
«Sì, e sono: acido alfa linolenico, piantaggine argentata, cacao, olio di fegato di merluzzo, coenzima Q10, acidi grassi omega 3, aglio. Fermo restando che è meglio inserire queste sostanze all’interno della propria dieta, ricordo che sono comunque disponibili sotto forma di capsule o pastiglie. Prima di aggiungere uno qualsiasi degli integratori alla terapia antiipertensiva, meglio chiedere un personale consiglio al medico. Alcuni integratori, infatti, possono interagire con i farmaci e provocare effetti collaterali pericolosi».

Se una dieta sana e l’esercizio fisico non sono sufficienti per migliorare la situazione, facendo così diminuire la pressione, cosa si fa?
«Il medico potrebbe prescrivervi farmaci appositi: alcuni di essi potrebbero avere effetti collaterali. In caso di effetti collaterali non fatevi scoraggiare e non interrompete la terapia di vostra iniziativa, ma chiedete consiglio al medico. Potrà farvi cambiare farmaco oppure adeguare il dosaggio in modo da diminuire l’incidenza degli effetti collaterali. I farmaci antiipertensivi di solito vanno assunti per molto tempo. Mai sospenderli autonomamente ed eventualmente modulare dosaggi in relazione a caldo, freddo, situazioni particolari (in montagna), periodi di stress e in alcuni casi anche per tutta la vita. I controlli regolari dal medico sono essenziali per capire se il farmaco è efficace o meno. Il medico o lo specialista possono capire se i farmaci e le dosi che state assumendo contro l’ipertensione sono adeguati: probabilmente dovrete adeguare nel tempo i farmaci per arrivare alla combinazione e alle dosi ottimali, talvolta anche da una stagione all’altra (le temperature fredde tendono a far aumentare la pressione). I farmaci hanno un loro tempo di latenza per espletare il loro effetto».

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