Benessere

Ortoressia, l’ossessione di mangiare sano

Un disturbo alimentare che può condurre a squilibri nutrizionali e a gravi danni delle relazioni interpersonali. Il punto con la psicologa Lucia Montesi

«Da sei mesi non ho toccato più un dolce, niente di niente, neanche lo zucchero nel caffè, e mi sento invincibile»; «Se mia moglie mangiasse sano come me, ora non sarebbe malata di cancro: l’alimentazione è tutto!»; «Dopo tanti sacrifici ieri ho sgarrato, ho bevuto un po’ di latte, e ora mi tormenta il pensiero che sto nutrendo le cellule del tumore!». Nel mio lavoro in ospedale sento sempre più spesso queste parole; negli ultimi tempi, con una frequenza preoccupante.

L’attenzione e la cura verso un’alimentazione sana sono sempre più diffuse, anche in conseguenza del bombardamento mediatico sull’importanza del consumo di cibo sano.  Una maggiore sensibilità sulla qualità dell’alimentazione è certamente un cambiamento positivo ed è confortante che sempre più persone si preoccupino di mantenere una buona salute anche attraverso la scelta di alimenti sani. D’altra parte, in alcuni casi questa attenzione diventa patologica fino a trasformarsi in ortoressia, un disturbo caratterizzato da un’ossessione per i cibi sani e per le varie diete proposte di volta in volta sul mercato. Apparentemente si tratta di un’abitudine sana e lodevole, ma oltre un certo limite compaiono conseguenze dannose per il corpo e soprattutto per la vita relazionale e sociale.

La persona colpita restringe sempre più il suo campo di interesse sul cibo, la sua scelta e la sua preparazione. Dedica ore alla programmazione anticipata dei pasti, ore a scegliere gli alimenti più sani, cercando di evitare quelli che ritiene pericolosi (perché ad esempio contengono zuccheri o sale, o perché contaminati da agenti chimici) e sottraendo sempre più tempo ad altre attività. Finisce quasi sempre per mangiare da sola, prepararsi i pasti separatamente. Con il tempo è sempre più restia a partecipare a occasioni sociali in cui ci sia il rischio di dover consumare cibo non sano.

Dietro questa attenzione così minuziosa ci sono in genere il timore di contrarre malattie, o di essere contaminati da germi. Non a caso le persone che ne soffrono, spesso presentano anche disturbi concomitanti come fobie o disturbo ossessivo compulsivo.

Il danno relazionale è grave, soprattutto perché le persone con ortoressia sono convinte in modo irremovibile della giustezza della propria scelta e tendono a volerla imporre agli altri. Considerano stupidi tutti gli altri che si alimentano diversamente, li disprezzano o considerano inferiori. Si basano su informazioni superficiali prese da Internet e rifuggono il confronto con esperti e studiosi, contrapponendo la personale opinione a ricerche di rigore scientifico.

In ospedale vedo sempre  più spesso situazioni di grave conflitto di coppia, in cui la paziente malata di cancro viene costantemente attaccata dal partner ortoressico (sono più frequentemente i maschi a sviluppare il disturbo) : «Vedi, se avessi mangiato bene come me  ora non saresti malata», «E’ colpa tua se ora stai male», «Dai, continua pure a mangiare male e vedrai che morirai», «Vedrai che fine farai, se non mangi come ti dico io. E anche le nostre figlie, toccherà anche a loro se non cambiano». Tutto ruota intorno al cibo sano, i momenti dei pasti diventano un inferno, e anche gli altri momenti vengono intaccati, perché l’ortoressico cerca di sfruttare ogni occasione per propinare ai familiari, anche con sotterfugi, i cibi sani che lui stesso  prepara e che in genere vengono rifiutati, perché di sapore sgradevole. Così, invece che dare un supporto alla persona malata, come sarebbe l’intento dell’ortoressico, si crea una situazione di grave contrasto e di mancanza di vicinanza reciproca.

E’ vero che una buona alimentazione permette di prevenire e curare più efficacemente molte malattie, comprese quelle tumorali. Tuttavia, è uno degli elementi che concorrono, e purtroppo non c’è la garanzia che una alimentazione sana scongiuri il pericolo di ammalarsi. Invece la persona ortoressica è fermamente convinta di essere al riparo da ogni rischio; se sfortunatamente le succede di ammalarsi, il crollo delle fantasie di onnipotenza è drammatico, con conseguenze depressive e spesso il passaggio alla modalità di comportamento opposta e altrattanto estrema  perché «tanto non serve a niente».

Per curare l’ortoressia occorre rintracciare le emozioni che la determinano e che possono essere non immediatamente evidenti: ipocondria, fobia delle malattie, disturbo ossessivo compulsivo. Può essere anche il modo con cui, di fronte a una grande angoscia come una grave malattia propria o di una persona casa, la mente cerca di trovare un illusorio controllo. Solo dandole gli strumenti per dare parola a quell’angoscia, si può aprire una breccia nel muro di una convinzione irremovibile.

 

Dott.ssa Lucia Montesi
Psicologa Psicoterapeuta
Piane di Camerata Picena (AN)
Montecosaro Scalo (MC)
Tel. 339.5428950

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