Benessere

Hiv, in aumento i casi nelle Marche

Sono oltre 2000 i sieropositivi nel territorio regionale. Nella provincia di Ancona il maggior numero di casi, circa 1100. «Si registrano mediamente un’ottantina di nuove infezioni da ogni anno», dice il professor Andrea Giacometti, direttore della Clinica di Malattie Infettive degli Ospedali Riuniti di Ancona. La sua intervista

Clinica di Malattie Infettive Ospedali Riuniti di Ancona

Nelle Marche sono oltre 2000 i sieropositivi. Sono questi i dati sulla diffusione del virus HIV, che ogni anno vede salire il numero dei contagi. Nella provincia di Ancona è seguito il maggior numero di casi, circa 1100. «Si registrano mediamente un’ottantina di nuove infezioni da HIV ogni anno – spiega il professor Andrea Giacometti, Direttore della Clinica di Malattie Infettive degli Ospedali Riuniti di Ancona – ma si ritiene che ci sia un 30-40% di sommerso, ovvero chi non sa di essere sieropositivo ed è responsabile del 75% dei nuovi contagi».

Professor Andrea Giacometti, Direttore Clinica di Malattie Infettive degli Ospedali Riuniti di Ancona

Un trend in crescita nelle Marche, che ha fatto registrare negli ultimi 10 anni un incremento del 50% di pazienti seguiti dalla Clinica di Malattie Infettive di Torrette. «Questa diffusione del virus – prosegue Giacometti – rappresenta una spesa notevole per il Sistema Sanitario Nazionale. Ogni paziente, infatti, tra farmaci e visite mediche costa mediamente intorno ai 1000 euro mensili. Risorse economiche che sarebbe meglio investire in prevenzione, facendo informazione capillare nelle scuole, nelle istituzioni e nelle aziende».

La fascia d’età maggiormente colpita è quella over 40. «Tra i sieropositivi – precisa il dottor Giacometti – ci sono gli stranieri, molti dei quali arrivano in Italia già ammalati, ma ci sono anche gli italiani nella fascia d’età tra i 50 e i 70 anni contagiati da prostitute: arrivano al Pronto Soccorso con polmonite, meningite o encefalite, al ricovero viene eseguito il test e si scopre la sieropositività. Poi ci sono le mogli di questi uomini, contagiate dai mariti ignari di essere sieropositivi. Infine i giovani, spesso omosessuali: in effetti, da alcuni anni stiamo riscontrando tra essi un trend in aumento a causa della diffusione delle nuove droghe, molto disinibenti, che in alcuni casi possono cancellare la memoria degli ultimi avvenimenti, come la droga dello stupro. Sotto l’effetto di queste sostanze i ragazzi non usano il profilattico e spesso non hanno una chiara percezione e memoria delle pratiche attuate e dei rischi corsi».

Anche Sifilide e altre malattie a trasmissione sessuale sono in aumento nelle Marche, i casi sono raddoppiati negli ultimi due anni specie tra gli italiani che partono per turismo sessuale.

«La scarsa informazione e la vergogna – prosegue Giacometti – fanno dilagare il virus dell’Hiv che, è bene ricordarlo, si trasmette soltanto con il sangue, i liquidi sessuali (sperma e secrezioni vaginali) e il latte materno. Con il sangue il rischio è altissimo, come dimostrano i vecchi casi conseguenti a trasfusioni o scambio di siringhe; oggi questa problematica ci coinvolge soprattutto nella gestione degli incidenti professionali fra operatori sanitari. Quanto ai rapporti sessuali, il rischio è ovviamente più basso, sebbene difficile da quantificare statisticamente, tuttavia è ovvio che in tema di rapporti sessuali le esposizioni a rischio possono essere numerose, relativamente allo stile di vita condotto. Il bacio non è pericoloso: non è mai stato scientificamente dimostrato un caso di contagio attraverso questa pratica».

È dunque necessario riaccendere i riflettori sull’Hiv e sulle malattie sessualmente trasmissibili più in generale. «Spesso nelle scuole incontriamo difficoltà nell’affrontare questi temi da parte dei Presidi – sottolinea il professor Giacometti – perché comunque trattare di Hiv significa parlare anche di sesso. Invece bisogna ribadire l’importanza dell’uso del profilattico nei rapporti occasionali e per le persone che hanno molti partner. Ricordiamo inoltre che il test è coperto da anonimato e che in ogni ospedale c’è un laboratorio analisi dove si fanno i prelievi, non serve nemmeno la ricetta del medico. Presso il Servizio di Virologia di Torrette non è obbligatoria neanche la prenotazione, gli orari di prelievo sono 8.30-10.30, è sufficiente portare la tessera sanitaria, nient’altro, il test è gratis e la virologia può dare risposta anche in poche ore. Per chi richiede visite o colloqui, dal momento che molti si vergognano, veniamo loro incontro prendendo gli appuntamenti direttamente con una nostra agenda interna: basta telefonare al numero 071-5963498 dalle 8 alle 14 per le prenotazioni e le visite. Ovviamente, volendo, si può anche ricorrere al normale sistema tramite CUP regionale. In realtà, per prenotare una visita medica sarebbe necessaria l’impegnativa del medico, ma se qualcuno ha problemi ad andare dal medico di base, provvediamo noi a fare tale ricetta.»

Inoltre presso l’Ambulatorio di Torrette è attivo il Protocollo A: con un solo prelievo di sangue si controllano HIV, epatiti, EBV (mononucleosi infettiva), CMV (cytomegalovirus), toxoplasmosi, sifilide, gonorrea e herpes virus, oltre ad emocromo, funzionalità epatica, renale e coagulazione.  Possono essere eseguiti anche tamponi per le altre malattie infettive sessualmente trasmesse.

In tempi brevi dovrebbe arrivare nelle farmacie anche il test salivare rapido. Questo test sarebbe in grado di fornire una risposta altamente attendibile, paragonabile al test di screening su sangue, in una ventina di minuti. «Questa possibilità presenta lati positivi e negativi – precisa Giacometti – Positivo è certamente il fatto che dovrebbe contribuire all’emergere del “sommerso” e ad implementare l’accesso al test di una più ampia parte della popolazione. Come lato negativo, invece, vedo la solitudine in cui spesso agiranno coloro che acquisteranno il test. Come reagirà, ad esempio, un ragazzo che si scoprirà sieropositivo? È questo un momento delicatissimo e rischioso. Noi da sempre offriamo un “counselling” a tutti coloro che chiedono il normale test su sangue, sia che risultino infettati (per prenderli in carico e curarli) sia che, fortunatamente, risultino non infetti: infatti anche a questi necessita informazione ed educazione, non fosse altro per ridurre il rischio di esposizione in futuro».

Oggi, i pazienti presi in carico possono avvalersi di farmaci eccezionali, dotati di altissima efficacia e grande tollerabilità. Questi farmaci, gli antiretrovirali, hanno tuttavia alcuni nei: devono essere assunti per tutta la vita (ancora non si riesce ad eradicare il virus), la loro tollerabilità va sorvegliata con visite e prelievi periodici e, infine, hanno un costo non indifferente. «Purtroppo non si dispone ancora di un vaccino anti-HIV – conclude il dottor Giacometti – comunque, sempre in tema di vaccini, è bene ricordare che con il nuovo piano vaccinale 2017-2019 il vaccino anti-HPV (anti-papillomavirus umano) è stato autorizzato anche per i ragazzi non solo per le ragazze. In effetti, io stesso ho avuto in cura diversi uomini, spesso omosessuali, in buona parte già deceduti per cancro anale legato all’infezione da HPV. Questo tipo di tumore solitamente causa atroci dolori e richiede trattamenti chirurgici, chemioterapici e radioterapici. Il vaccino anti-HPV può essere eseguito dall’11° fino al compimento del 18° anno di età, tuttavia è consigliabile non attendere troppo e, quindi, effettuarlo tra gli 11 e i 15 anni».

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