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‘Untore’ dell’Hiv, Claudio Pinti resta in carcere

Respinta l'istanza di scarcerazione che gli avvocati della difesa avevano fatto al gip Carlo Cimini dopo l'esito delle analisi

Claudio Pinti

ANCONA – Claudio Pinti non sarà scarcerato. Il gip ha respinto l’istanza presentata dai suoi avvocati venerdì scorso. Lo stesso giorno erano arrivati i risultati delle analisi sul presunto untore dell’Hiv, arrestato il 12 giugno perché avrebbe fatto sesso non protetto nonostante sapesse di essere sieropositivo. Gli esiti avevano evidenziato uno stato del virus avanzato con il conseguente abbassamento delle difese immunitarie incompatibili con il carcere. L’avvocato Alessandra Tatò, che difende Pinti con il legale Andrea Tassi, venerdì ha presentato l’istanza di scarcerazione che è stata però rigettata. Pinti per ora può continuare a rimanere a Montacuto.

Il 36enne autotrasportatore, accusato di lesioni dolose personali gravissime (per il presunto contagio alla ex fidanzata) e omicidio volontario (per la morte della compagna, avvenuta lo scorso anno, per una patologia legata all’Aids), era stato sottoposto anche ad una visita medica accurata che non avrebbe evidenziato al momento patologie gravi correlate all’Hiv tanto da prevedere un ricovero in una struttura sanitaria o il trasferimento agli arresti domiciliari. Gli avvocati dei familiari della ex compagna deceduta, Elena Martini e Cristina Bolognini, sempre venerdì scorso avevano presentato opposizione all’istanza di scarcerazione.

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