Attualità

Stipendi, è scontro tra Cgil, Uil e Ospedali Riuniti di Ancona

Oggetto del contendere la rideterminazione dei fondi contrattuali e il recupero degli splafonamenti. I sindacati minacciano diffide e denunce mentre la struttura sanitaria invierà una nota dettagliata alla Corte dei Conti, con allegati tutti gli atti

L'ospedale regionale di Torrette, ad Ancona

ANCONA – Si accende lo scontro tra l’Azienda Ospedali Riuniti di Ancona e le rappresentanze sindacali di Cgil e Uil. Le due sigle sindacali minacciano diffide e denunce mentre l’Azienda Ospedali Riuniti invierà una nota dettagliata alla Corte dei Conti, con allegati tutti gli atti. Oggetto del contendere la rideterminazione dei fondi contrattuali e il recupero degli splafonamenti, ovvero delle somme percepite in più dai dipendenti del comparto che ammontano a 5.147.522,58 euro. Somme che secondo l’Azienda Ospedaliera derivano da un errore di calcolo risalente al 1995 e proseguito negli anni successivi.

Cgil e Uil, attraverso una nota stampa fanno sapere che non sono d’accordo «con il piano di recupero che l’Azienda andrà a fare ai suoi dipendenti, per i prossimi otto anni partendo da gennaio 2019, riducendo drasticamente la quota di produttività che avrebbero dovuto percepire», un’operazione che per le due sigle sindacali non consente «l’equiparazione con i colleghi delle altre aziende sanitarie delle Regione Marche».

Ma FP (Funzione Pubblica) Cgil e FP Uil rincarano la dose chiedendo una verifica «delle responsabilità aziendali che, nel tempo, hanno condotto a questo sopruso a danno dei lavoratori pagando lo straordinario con i fondi della produttività».

Immagine di repertorio

In particolare i sindacati rimproverano l’Azienda Ospedaliera di non aver preso atto e denunciato «una cattiva gestione dei fondi del comparto a partire dal 2004 per sopperire carenze di personale utilizzando lo straordinario per far funzionare i servizi da erogare all’utenza». Cgil e Uil ritengono «opportuno e più serio chiarire e definire le responsabilità dirigenziali che hanno condotto gli Ospedali Riuniti di Ancona ad un debito nei confronti del Ministero; invece, con la determina N. 923 del direttore generale, pubblicata il 22/11/2018, l’amministrazione dispone, in maniera del tutto iniqua ed unilaterale, il recupero di 453.873,48 euro annui, somma a cui i dipendenti dovranno rinunciare, dal 2019 al 2026, a fronte delle somme splafonate nei fondi. La direzione amministrativa nega la verità sugli accordi sindacali pregressi. L’accordo sulla progressione economica siglato a novembre 2016 molto chiaramente definisce lo scorrimento della graduatoria per gli aventi diritto e la conseguente assegnazione delle fasce economiche superiori, qualora la rideterminazione dei fondi avesse sortito un incremento. Dovrebbero spiegarci quali sono le motivazioni del “barattare”, con l’avallo, del tutto incomprensibile, di due sigle sindacali e una Rsu a maggioranza risicata, il salario accessorio dei prossimi otto anni, dei propri dipendenti, con un “atto dovuto” e già definito e concordato nel 2016». Cgil e Uil fanno infine sapere di voler procedere «con azioni di diffida, denunce (anche legali) e coinvolgimento degli organi di competenza».

Antonello Maraldo

Secca la replica del direttore amministrativo degli Ospedali Riuniti Antonello Maraldo: «apprendo con dispiacere quello che è stato comunicato da Cgil FP perché va esattamente nella direzione inversa rispetto al mandato che abbiamo ricevuto e all’attività che abbiamo svolto – puntualizza Maraldo – In particolare il mandato che avevamo ricevuto era quello di restituire serenità all’ambiente, attraverso una corretta rideterminazione dei fondi da restituire, un’operazione attesa da diversi anni. Per questo motivo l’attacco alla direzione appare gratuito e non del tutto circostanziato. Di particolare gravità il fatto che i sindacati attribuiscano alla direzione amministrativa affermazioni non veritiere e l’accusino di non essere seria: due affermazioni che rispedisco al mittente con la stessa forza con cui le ho ricevute.

A tal proposito proprio questa mattina abbiamo fornito l’ennesima risposta scritta a un effluvio di comunicazioni da Cgil e Uil, che insieme hanno sottoscritto. Inoltre entro domani spediremo una dettagliata nota alla sezione giurisdizionale e alla sezione di controllo della Corte dei Conti, con allegati tutti gli atti che abbiamo fatto, e sui quali abbiamo ottenuto il parere favorevole del Collegio Sindacale. Non stiamo coprendo le responsabilità di nessuno e riteniamo che con l’adozione della delibera 923 sia sanata una situazione che derivava da un sottodimensionamento organico e da un errore nel calcolo dei fondi. Si è splafonato per far fare straordinario e pronta disponibilità ai dipendenti, chi ha splafonato ha garantito l’erogazione del servizio, quindi non c’è nessuna cattiva gestione né da parte nostra né di chi ci ha preceduti.

Questi atti e gli accordi che li hanno preceduti sono stati firmati in Rsu dalla stragrande maggioranza dei sindacati: a tal proposito faccio presente che Cgil e Uil insieme hanno 6 delegati su 36, quindi quando si parla di risicate maggioranze quelli che parlano sono una minoranza di iscritti. Sono molto colpito del fatto che aver portato a casa un’operazione di questa straordinaria rilevanza non abbia portato a comprendere che così il clima interno all’Ospedale si avvelena nonostante il risultato avuto, visto anche che gli altri sindacati hanno capito e hanno deciso di seguire la strada del dialogo e della comprensione».

Ti potrebbero interessare