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Rifondazione: «C’era una volta Chiaravalle città della Pace»

Il partito comunista ricorda il comitato sorto a Chiaravalle per sensibilizzare sui temi della pace e della fratellanza: “Chiaravalle Assisi” nato nello spirito dell’insegnamento di Aldo Capitini

Piazza Mazzini a Chiaravalle
Piazza Mazzini a Chiaravalle

CHIARAVALLE – Conflitti infiniti, civili uccisi, venti di guerra. Rifondazione Comunista di Chiaravalle entra nel merito della questione.

«Venti di guerra sempre più forti spirano nel Mediterraneo e fanno temere, con disperata ragionevolezza, una crisi di proporzioni mondiali. Il massacro del popolo Kurdo da parte delle truppe Nato turche, gli eccidi dei palestinesi che rivendicano il loro diritto alla terra e alla speranza, il dramma siriano che tanto ricorda i prodomi e le tecniche che diedero la stura alla “guerra infinita” cominciata nel 1991 con l’attacco e la distruzione dell’ Iraq ne sono i sintomi evidenti – si legge in una nota – Quello che colpisce è il silenzio rassegnato dell’ opinione pubblica, l’indifferenza morale, che diventa rabbia becera e intollerante razzismo quando gli effetti di queste crisi diventano profughi che non vogliamo “a casa nostra”, dolori cui non sappiamo rispondere con umana solidarietà».

Rifondazione prosegue: «C’era una volta, come nelle favole, un paese colorato d’arcobaleno che sapeva informare, mobilitare,
costruire solidarietà e tramutare questo in forza politica capace, in alcuni casi, di fermare la barbarie della guerra, sempre di far pesare tutto questo sulle cancellerie fino a condizionarne logiche e azioni. In quel tempo tante città, la nostra tra queste, si dichiararono “città della Pace, in quel tempo erano attivi comitati, come non ricordare quello “Chiaravalle Assisi” nato nello spirito dell’ insegnamento di Aldo Capitini. C’era una volta appunto, oggi c’è silenzio e indifferenza, un silenzio e un indifferenza che comincia nelle aule istituzionali, forse la giunta e il Consiglio comunale nemmeno sanno che Chiaravalle è città della Pace e
i cartelli arrugginiscono alle porte della città. Perché tutto questo? Qui stanno i limiti del civismo politico, che noi di Rifondazione, coniando un neologismo, abbiamo chiamato “noialtrismo” un modo d’intendere l’azione pubblica meschino e provinciale che convinto rumina il mantra delle “ideologie sono morte” e così fa morire pure le idee, e l’impegno civile».

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