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Lega del Filo d’Oro: per ogni euro investito quasi il doppio ritorna alla comunità

Presentata stamane in Regione l'indagine SROI sull'associazione di Osimo. Dati più che positivi quelli emersi, che hanno mostrato un impatto molto considerevole verso utenti, personale, volontari e territorio. Un rritorno sociale, quantificato in termini economici, pari a 17,5 milioni di euro

Rossano Bartoli segretario generale della Lega del Filo d'oro
Rossano Bartoli segretario generale della Lega del Filo d'oro

ANCONA – Si è tenuta stamane, presso la sala Raffaello della Regione Marche, la conferenza di presentazione dell’indagine “La valutazione economica degli impatti sociali della Lega del Filo d’Oro: un’analisi SROI”.
Una ricerca che ha misurato per la prima volta l’impatto sociale generato dall’Associazione, tramite un indagine SROI (SOCIAL RETURN ON INVESTMENT). Obiettivo, valutare il valore creato dall’attività della sede di Osimo per famiglie, volontari, dipendenti e territorio.

Un’associazione, quella della Lega del Filo d’Oro, che è presente nelle Marche da oltre 50 anni, e che nel tempo è divenuta punto di riferimento e polo di eccellenza a livello nazionale per le persone sordocieche, pluriminorate psicosensoriali e per le loro famiglie. Attualmente conta 5 sedi residenziali ed 8 territoriali, ed è presente oltre che nella sede centrale di Osimo, anche a Lesmo, Termini Imerese, Roma, Napoli, Molfetta, Modena e Padova. In fase di realizzazione un Centro Nazionale, il cui primo lotto è stato inaugurato nel dicembre scorso, mentre i lavori per il secondo lotto partiranno lunedì 16 aprile.

Da destra Clodia Vurro, Francesco Marchesi, Luca Ceriscioli e Rossano Bartoli
Da destra Clodia Vurro, Francesco Marchesi, Luca Ceriscioli e Rossano Bartoli

All’incontro hanno partecipato il Presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli, il Presidente della Lega del Filo d’Oro Francesco Marchesi, il Segretario Generale della Lega del Filo d’Oro Rossano Bartoli e la professoressa associata di economia e gestione delle imprese all’Università degli Studi di Milano Clodia Vurro.

Dati più che positivi quelli emersi dall’indagine SROI, i quali hanno evidenziato che per ogni euro investito nella Lega del Filo d’Oro, il valore del ritorno sociale, ovvero il cambiamento generato nella vita dei beneficiari, tra i quali famiglie, dipendenti, volontari e territorio nel suo complesso, è quasi il doppio: 1,93 euro. Nel triennio preso in esame, 2014-2016, il valore sociale medio annuo generato dall’Associazione ammonta in termini economici a 17,5milioni di euro. Un dato che ha registrato una crescita del 15% nei tre anni analizzati, passando da un totale di 16.629.605 euro del 2014 a 18.854.423 euro del 2016.

L’analisi è stata realizzata dalla professoressa Clodia Vurro e da Stefano Romito, dottore di ricerca presso il Dipartimento di Management e Tecnologia dell’Università Bocconi di Milano, in collaborazione con Vita, un magazine dedicato al terzo settore. L’indagine SROI, che si è concentrata sul territorio di Osimo, come ha spiegato Rossano Bartoli, rappresenta il punto di partenza di un percorso virtuoso che si pone gli obiettivi di conseguire una maggiore trasparenza ed efficacia dei servizi offerti. Una valutazione che nel futuro sarà estesa anche i Centri di Riabilitazione di Lesmo e Molfetta e gradualmente alle altre sedi.

Obiettivo dell’analisi quantificare il valore sociale creato dalla Lega del Filo d’Oro nei confronti delle persone affette da sordocecità e pluriminorazione psicosensoriale, e nei confronti del territorio.
Un impatto dell’88% per valore sociale generato complessivamente
 dalla Lega e che ha prodotto 16,5 milioni di euro sul territorio, tra occupazione e indotto.

«Oggi sappiamo, per la prima volta e sulla base di una metodologia consolidata – ha spiegato il presidente della Lega del Filo d’Oro Francesco Marchesi – quello che molti di noi intuivano: l’esser stata e l’essere sempre più, questa nostra “Lega”, qualcosa di straordinario non solamente per i problemi che affronta e l’utilizzo di tecniche d’intervento create ad hoc per rispondere al bisogno specifico dell’utente e della sua disabilità, ma anche perché è in grado di creare valore trasformando la qualità in quantità misurata».

Dall’indagine emerge, infatti, che non solo gli utenti, ma anche il territorio beneficia dell’attività dell’Associazione, ha spiegato Clodia Vurro, «per gli investimenti diretti operati nell’economia locale, per la capacità della Lega di mobilitare la società attraverso il volontariato e per l’indotto creato. Dal punto di vista del capitale umano, personale e volontari ricevono una formazione specifica dalla Lega, acquisendo competenze che portano ad una crescita professionale e personale».

Un lavoro in progress, come ha precisato il segretario generale della Lega del Filo d’Oro Rossano Bartoli, che permette di riflettere sui dati per migliorare l’efficacia dei servizi:  «da tempo avvertivamo anche l’esigenza di dare dei numeri e qualche motivazione in più rispetto al nostro modello organizzativo, che mette in campo molte risorse sia pubbliche sia private a vantaggio di, apparentemente pochi, beneficiari e dimostrare che l’Associazione nel promuovere servizi per un numero definito di persone con gravissime disabilità, crea occupazione e genera indotto economico sul territorio – ha concluso Rossano Bartoli – ora, i dati emersi dall’analisi rappresentano anche un prezioso valore, che consolida e incrementa la consapevolezza di chi presta la propria opera all’interno della Lega del Filo d’Oro. Questa consapevolezza ci aiuterà a crescere per rispondere meglio ad un bisogno sempre più forte».

Nell’ultimo anno preso in esame dall’analisi, il 2016, la Lega del Filo d’Oro ha generato un valore sociale di circa 1 milione di euro per le famiglie dei disabili: «molti genitori – ha spiegato la professoressa Vurro – grazie al contatto con la Lega del Filo d’Oro, hanno potuto riprendere le attività lavorative, sociali e sono potute uscire dall’isolamento».  Altri 1,2 milioni di euro sono stati creati sul fronte del personale e dei volontari, altamente specializzati che operano nella Lega, ma che prestano la loro attività anche in scuole e servizi del territorio. Formazione, aggiornamento continuo e ricerca di risposte e soluzioni efficaci alle esigenze dei disabili, costituiscono un valore aggiunto per dipendenti e volontari. Dai dati emerge anche che il modello, adottato dall’Associazione osimana, prevede un rapporto tra professionisti e utenza molto elevato, che nel Centro Diagnostico arriva addirittura a 2,7 a 1 (2,7 professionisti per ogni utente), un valore molto al di sopra di quanto previsto dalle normative attuaali: questo si traduce in 5,7 milioni di euro di occupazione differenziale creata solo nel 2016 e soprattutto in 10,8 milioni di euro di valore aggiunto per attività produttive e commerciali della zona.

Un momento della presentazione

«La Lega del Filo d’Oro è una realtà di grande importanza per la Regione, sia per l’attività svolta che mette al centro le persone sordocieche e le loro famiglie, sia per lo sviluppo del territorio. La presentazione di oggi sulla valutazione economica del suo impatto sociale, ne fa anche un Ente innovatore che sa guardare al futuro», ha affermato il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli secondo il quale la Lega del Filo d’Oro rappresenta al meglio l’integrazione tra pubblico e privato, nel generare risultati straordinari.

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