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Meno fallimenti e protesti, le imprese marchigiane si scoprono virtuose

È Fermo la provincia che nel 2017 ha avuto il minor numero di cambiali e assegni protestati in Italia. Nella regione il 42,5 per cento delle imprese onora i propri crediti prima della scadenza

industria imprese

ANCONA – Meno fallimenti, crollo di cambiali e di assegni scoperti, puntualità nei pagamenti. Le imprese marchigiane tra le più virtuose in Italia e addirittura le Marche prima regione nei primi sei mesi del 2018 per diminuzione dei protesti (-30,4 per cento) e al quinto posto per puntualità nei pagamenti (il 42,5 per cento onora i propri crediti prima della scadenza, il 41,3 per cento paga comunque entro 30 giorni dalla scadenza, il 10,2 per cento supera i 30 giorni di ritardo con il 5,2 per cento che va oltre i 60 giorni). I termini di pagamento più lunghi si hanno dove esiste un rapporto di dipendenza tra pIccoli fornitori e grandi committenti mentre i pagatori più puntuali sono le piccole imprese. In Italia i pagatori puntuali sono il 36,3 per cento del totale mentre i pagamenti oltre 30 giorni si assestano all’11,3 per cento.

In flessione nelle Marche anche i fallimenti passati da 417 nel 2016 a 347 nel 2017 (-70) ed hanno continuato a diminuire anche nei primi sei mesi del 2018, periodo nel quale hanno portato i libri in tribunale 178 imprese rispetto alle 182 del primo semestre 2017. Resta pesante il numero delle aziende fallite dall’inizio della crisi. Tra il 2009 e giugno 2018 sono state 4.023 le imprese marchigiane che hanno portato i libri in tribunale. Soprattutto aziende del commercio, seguite da quelle operanti nel settore dei servizi, in edilizia e nel manifatturiero.

L’analisi è del Centro Studi Cna Marche che ha incrociato i dati Unioncamere e Cribis. «Questi dati – commenta il segretario Cna Marche, Otello Gregorini – dimostrano che il peggio è ormai alle nostre spalle. Il sistema produttivo marchigiano si sta consolidando. Le imprese più instabili in questi dieci anni di crisi sono uscite dal mercato e quelle rimaste sono più solide finanziariamente di qualche anno fa. Inoltre le imprese hanno iniziato a concedere con più attenzione credito commerciale e a negarlo alle controparti più rischiose. Una situazione che però pone esigenze di capitalizzazione per le imprese più piccole. Le banche, per la concessione del credito, devono cominciare a valutare non solo i bilanci aziendali ma anche i businnes plan delle imprese come criteri di merito creditizio. Un ruolo importante in questo senso possono averlo Cna e Srgm, il Confidi unico delle Marche, perchè conoscono le imprese, i loro bilanci, i loro percorsi ed i loro progetti».

Secondo i dati Cribis, elaborati dal Centro Studi Cna Marche, i pagatori più puntuali sono le imprese del settore costruzioni (54,0 per cento rispetta le scadenze e solo il 6,6 per cento ha ritardi superiori ai 30 giorni.) Al contrario quelle che pagano con più ritardo sono le aziende del commercio al dettaglio (il 26,7 per cento rispetta le scadenze e il 16,9 per cento paga 30 giorni oltre i termini).

Crollo di cambiali e assegni scoperti. Gli imprenditori marchigiani non solo sono puntuali nei pagamenti ma onorano i loro impegni. Nell’ultimo anno il numero dei protesti nelle Marche è calato del 30,4 per cento. Un record nazionale. Al secondo posto il Trentino Alto Adige (-21,5 per cento) mentre in Italia il numero dei protesti si è ridotto dell’11 per cento. Nel 2017 nelle Marche i protesti sono stati 9.286 per un valore complessivo di 15,8 milioni di euro. Per la maggior parte si tratta di cambiali (8.465 per un valore di 12,4 milioni di euro). Gli assegni protestati sono stati 820 per un valore di 3,5 milioni di euro. La provincia marchigiana con il numero di protesti più alto è Pesaro Urbino (3.080) seguita da Ancona (2.481), Ascoli Piceno (1.840), Macerata (1.551) e Fermo (334) che è la provincia con meno assegni e cambiali protestati d’Italia.

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