Attualità

Le meningiti non sono tutte uguali

Un Focus con i medici del Carlo Urbani di Jesi. Che a palazzo dei Convegni lo hanno di nuovo ribadito: il vaccino è l'unica strada. Il Piano recepito dalla Regione Marche fa verosimilmente pensare che sarà gratuito per i nuovi nati del 2017

JESI – Palazzo dei Convegni gremito stamattina per l’incontro con la dottoressa Anna Maria Schimizzi del reparto di Medicina Interna e Andrea Filonzi del Servizio Igiene e Sanità Pubblica su un tema di grande attualità, le meningiti e le vaccinazioni. Inserito nell’ambito di Medicina per Me!, in collaborazione con collaborazione con l’Avis di Jesi e il contributo di Rotary e Lions, hanno partecipato anche i ragazzi della classe III DBS dell’istituto Galileo Galilei di Jesi indirizzo Biotecnologie Sanitarie accompagnati dagli insegnanti Salvatore Cimmino e Giovanni Bordoni.

Andrea Filonzi del Servizio Igiene e Sanità Pubblica

«La meningite batterica – ha spiegato la dottoressa Schimizzi – è un processo infiammatorio a carico delle meningi causato dall’invasione da parte di un microrganismo. Non esiste una sola meningite, quella batterica è la più temibile ed è considerata tra le malattie infettive più gravi perché colpisce lattanti, bambini e adolescenti in primis, si riscontra un’elevata mortalità e può avere conseguenze neurologiche». Il microrganismo responsabile principale della meningite batterica è lo Pneumococco, mentre il meningococco e il Hatemophilius influenzae è sempre meno presente grazie alle vaccinazioni. «Il serbatoio dell’infezione è l’uomo e quindi il contatto diretto tra persone. Il contagio avviene con le secrezioni nasali, sta in incubazione dai due ai 10 giorni. In Italia i portatori sani sono il 10% medio della popolazione. La malattia si manifesta con febbre molto alta, cefalea continua, vomito incoercibile, rigidità nucale, letargia o irritabilità». La prevenzione avviene tramite vaccino. Se in un soggetto è riscontrata la meningite batterica, o c’è un sospetto, si avvia immediatamente la profilassi adeguata (che non si fa per tutte le meningiti). Lo ha spiegato bene il dottor Filonzi: «Il medico che sospetta la meningite batterica deve comunicarlo immediatamente al Servizio di Igiene e Sanità Pubblica che attiva subito la profilassi per evitare altri casi. Se il proseguo dei controlli confermano la diagnosi iniziale, cioè che si tratta di meningite batterica tanto meglio perché abbiamo avviato la macchina della prevenzione, se non dovesse essere non si somministra la terapia antibiotica».

Non sottovalutare i viaggi: «Parliamo in generale di flussi migratori e di viaggi, in alcuni Paesi ed esempio l’America e l’Africa tra Senegal ed Etiopia (mentre in Egitto e Marocco si hanno le stesse possibilità di contrarre le malattie che in Italia) è consigliata la vaccinazione. Quello che è importante dire è: non sappiamo perché in alcune persone, cosiddetti portatori sani, il batterio non ha conseguenze mentre in altri si. Il sierogruppo A (coperto con la vaccinazione quadrivalente) è stato presente in Europa durante la Prima Guerra Mondiale. Sappiamo che ci sono alcuni fattori di rischio maggiori come i tassalemici o le persone colpite da anemia falciforme, l’esposizione al fumo attivo o passivo, e fattori di rischio legati all’ambiente, ad esempio chi sta a stretto contatto con soggetti portatori».

Anna Maria Schimizzi del reparto di Medicina Interna

Esistono quindi delle probabilità ma anche delle eccezioni: «Il primo ottobre nella nostra zona c’è stato un caso di meningite  da sierotipo Y, decisamente inaspettato – rivela Filonzi – Non dobbiamo fare allarmismo ma una cosa è certa: i vaccini sono la strada più sicura che conosciamo. I vaccini che attualmente abbiamo sono: il quadrivalente che copre il meningococco di tipo A, C, W e Y , quello che compre il meningococco C e un altro per il tipo B». Quest’ultimo è a pagamento sull’ordine di 86 euro circa (76 vaccino e 12 la prestazione) ma il Piano di Vaccini Nazionale recepito dalla Regione Marche fa «verosimilmente pensare che sarà gratuito per i nuovi nati del 2017 e per quelli nati nel 2016. La meningite del sierogruppo di tipo B colpisce generalmente le prime fasce dell’infanzia ma tutti siamo candidati». Per gli altri la speranza è che il costo si abbassi.

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