Attualità

L’assessore: Senigallia è «attenta alle disabilità». La replica di un genitore: «Solo a parole»

Replica l'assessore ai servizi sociali della spiaggia di velluto alle accuse di un genitore. Entro l’anno attivo un "Osservatorio sulla disabilità" per favorire il monitoraggio delle situazioni, stimolare il confronto tra famiglie e ente comunale

assistenza scolastica, disabilità, insegnanti di sostegno, bambini, scuola
Assistenza scolastica

SENIGALLIA – Botta e risposta quello intercorso tra il padre di una ragazza disabile e l’assessore al welfare di Senigallia Carlo Girolametti. Da un lato c’è il genitore che accusa l’amministrazione di avere poca attenzione verso una categoria debole; dall’altro il responsabile comunale a livello politico dei servizi sociali il quale, pur non entrando nel merito se i disabili possano o meno parcheggiare nella piazzetta davanti Palazzo Mastai perché non di sua competenza, ci tiene e ribadire che l’attenzione a Senigallia c’è e che si vede da diversi fattori.

«Apprendo dalla stampa on-line della preoccupazione di un padre di una ragazza disabile per una eventuale minore attenzione dell’amministrazione comunale verso i disabili. Credo di poter affermare – spiega Girolametti – che Senigallia era e resta una città che si caratterizza per la solidarietà verso i più deboli e in particolare per le persone con disabilità, tanto che per questa ragione alcuni nuclei familiari hanno preso qui la propria residenza».

In attesa che venga istituito e attivato entro l’anno un “Osservatorio sulla disabilità” per favorire il monitoraggio delle situazioni, stimolare il confronto tra famiglie e ente comunale, adottare le strategie migliori, l’assessore di Senigallia specifica che la città è ancora oggi la città della provincia e forse anche delle Marche che, in proporzione, offre più ore di assistenza educativa scolastica. Un servizio di supplemento alla funzione del sostegno scolastico che è di competenza del Provveditorato agli studi in base alle ore richieste dall’Ufficio scolastico regionale.

«Da una ricognizione fatta dalla struttura dell’assessorato al Welfare è emerso che non solo Senigallia vanta il primato delle ore assegnate, ma in alcuni casi il nostro supporto era superiore alle ore del sostegno scolastico, condizione non prevista dalla normativa. A fine agosto abbiamo provveduto ad una riduzione limitata di ore che ha consentito di fatto all’Ufficio Scolastico di attivarsi per l’incremento del sostegno, visto che la richiesta è consentita entro novembre. Fatte salve alcune situazioni particolari di erronee ed eccessive riduzioni, in cui siamo intervenuti con un pronto adeguamento di orario, ci risulta che la situazione sia sotto controllo e le scuole stesse si dichiarino soddisfatte per l’adeguatezza del nostro intervento, tanto che ci sono state restituite alcune ore delle circa 1100 messe a disposizione per 114 ragazzi. Intervento che ribadisco – conclude l’assessore Girolametti – è di supporto all’azione della scuola che provvede alla definizione degli interventi di sostegno in base alla gravità dei singoli casi».

«Se le ore di assistenza educativa scolastica sono insufficienti alle necessità – replica il genitore – non c’è tanto da vantarsi che Senigallia offra più ore rispetto alle altre realtà della Provincia o della Regione. Ogni studente disabile gode di circa 10 ore settimanali, all’incirca lo stesso numero di ore che fornisce il Provveditorato agli Studi e allora mi chiedo: per completare l’orario scolastico giornaliero di 6 o 8 ore, a secondo che la scuola sia a tempo pieno o parziale, il disabile dove sta? Assieme ad altri alunni con altre patologie fuori dalla classe di appartenenza per non disturbare, alla faccia dell’integrazione e socializzazione tanto declamata».
L’impegno del Comune dovrebbe essere quello – suggerisce il genitore – di sollecitare il Provveditorato perché venga fornita un’assistenza scolastica adeguata a tutti gli alunni e quindi anche a coloro che hanno delle disabilità.

Inoltre c’è da risolvere la questione della classificazione dei disabili in “gravissimi”, “gravi”, quelli semplicemente con 104/92 e “svantaggiati”. Una classificazione – errata secondo il padre della giovane disabile – da cui discende poi la «distribuzione delle ore di assistenza senza però tener conto delle reali necessità del ragazzo assistito ma solo in un’ottica di risparmio. Questa è la solidarietà dimostrata nei fatti, senza contare che dopo tre anni dalla prima proposta di osservatorio ancora non si è fatto nulla».

Ti potrebbero interessare