Attualità

Il presepe che divide: polemiche sotto l’albero di Natale a Senigallia

Marcello Liverani, coordinatore di Fratelli d’Italia, critica la scelta di dipingere di nero i volti dei personaggi dell'opera posizionata sotto l'albero di Natale

Il presepe delle polemiche a Senigallia: la “Sacra Famiglia” opera dell’artista Romina Fiorani
Il presepe delle polemiche a Senigallia: la “Sacra Famiglia” opera dell’artista Romina Fiorani

SENIGALLIA – È la “Sacra Famiglia” dell’artista Romina Fiorani l’opera esposta nella bacheca piramidale ai piedi del grande albero natalizio in piazza Roma. È anche l’opera che sta suscitando alcune polemiche su tradizioni, storia e integrazione.

Si perché i personaggi, realizzati in terra refrattaria bianca e cotta con il gran fuoco, hanno il volto nero come i tanti uomini, donne e bambini – è questa la motivazione ufficiale diffusa dal Comune di Senigallia – che sono entrati a far parte della comunità nazionale e cittadina: un modo per ricordare, secondo l’artista, che tutti gli esseri umani sono uguali davanti a Dio.

Romina Fiorani si è diplomata all’Accademia Di Belle Arti di Urbino e ha lavorato come scenografa e allestitrice in vari studi fotografici e teatri. È approdata alla ceramica perché spinta dalla volontà di misurarsi con ogni forma espressiva e con tecniche all’avanguardia e frequenta da tempo anche l’Atelier della Ceramica di Senigallia.

E sempre all’interno dell’Atelier della Ceramica nasce anche il presepe di Monica Mezzanotte collocato nei giardini dell’ospedale di Senigallia. L’opera, realizzata dall’artista nata in Argentina in creta bianca e leggermente ambrata, vuole ricordare la grande attualità del messaggio cristiano.

Il presepe delle polemiche a Senigallia: la “Sacra Famiglia” opera dell’artista Romina Fiorani
Il presepe delle polemiche a Senigallia: la “Sacra Famiglia” opera dell’artista Romina Fiorani

Messaggio però al centro di alcune polemiche: «A me questo presepe non piace – ha dichiarato Marcello Liverani, coordinatore di Fratelli d’Italia – perché mi sembra un tentativo malriuscito di voler fare dell’integrazione forzata sulle spalle della nostra cultura, delle nostre tradizioni, della nostra storia. Non accetto questa imposizione, così non si fa integrazione: sembra quasi che siamo noi a doverci integrare con chi arriva nel nostro paese. Secondo me, chi arriva in Italia deve adeguarsi alle nostre regole e alle nostre tradizioni, non il contrario: mica possiamo perdere ciò che ha caratterizzato la nostra storia solo perché non piace a chi viene qui in Italia. Così come chi vuole che non si cantino le canzoncine di natale nelle scuole. Eh no, se non ti piace, te ne torni a casa. Tra l’altro c’è già il bambinello: c’è stato un parto prematuro?».

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