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Firmato il nuovo Contratto Integrativo Aziendale di Ubi Banca

Altri 700 prepensionamenti tra i lavoratori del gruppo bergamasco, tra cui i dipendenti della ex Popolare di Ancona, nell'ambito della riorganizzazione in Banca Unica. Ma la trattativa con i sindacati non si ferma qui: il tavolo resta aperto in vista della fusione delle tre banche salvate, Banca Marche, Carichieti e Banca Etruria

Completato il piano di uscite correlato al Progetto Banca Unica riferito al perimetro di UBI “stand alone”. Il gruppo bergamasco ha siglato ieri sera, mercoledì 26 luglio, l’accordo con le rappresentanze sindacali sulla seconda parte del piano di esodo anticipato di dipendenti previsti dal piano industriale 2019/2020 di Ubi per la realizzazione della banca unica, all’interno del quale è compresa anche la ex Banca Popolare di Ancona.

La trattativa tra gruppo bancario e sindacati non si ferma però qui: il tavolo resta aperto in vista della fusione per incorporazione in Ubi banca unica delle tre banche salvate – Banca Marche, Carichieti e Banca Etruria– e delle sue ripercussioni in termini di tagli al personale e alle filiali.

Gli aspetti salienti dell’intesa siglata ieri – spiega Ubi in una nota stampa – riguardano l’accoglimento di ulteriori 700 domande di ingresso al Fondo di Solidarietà di settore presentate in occasione del precedente piano delle uscite anticipate, attivato nel dicembre 2016, in base al quale era già prevista l’uscita di circa 600 lavoratori di Ubi Banca e Ubi Sistemi e Servizi entro febbraio 2017, in anticipo rispetto alle previsioni del Piano.

Le nuove uscite sono previste nel periodo compreso tra il 1 settembre 2017 e il 31 marzo 2018, anch’esse in anticipo rispetto alle previsioni prudenziali del piano. Quanto ai costi di tutti gli esodi, circa 1.300 persone, nel comunicato Ubi ricorda che «erano già stati totalmente spesati nei risultati al 30 giugno 2016».

«L’accordo – fa sapere il gruppo bergamasco – conclude inoltre l’armonizzazione, in un unico contratto, degli 8 contratti integrativi aziendali ancora validi per i dipendenti delle banche incorporate oltre che di Ubi Banca e Ubi Sistemi e Servizi, e, in prospettiva, dei contratti di tutte le società del gruppo, con particolare valenza sul piano sociale e del welfare (ad es. “piano giovani”, maternità/paternità, part-time, orari di lavoro, disabilità, ecc..). Infine, il piano di ricambio generazionale collegato alle uscite a sostegno anche dell’occupazione giovanile prevede l’ingresso di 250 nuovi lavoratori entro il 2018, nonché la conferma dei 150 lavoratori a tempo determinato attualmente presenti una azienda e in scadenza di contratto».

«In un momento nel quale la disoccupazione giovanile rappresenta un vero dramma per il Paese, essere riusciti a concordare 250 nuove assunzione, pari al 37% delle uscite volontarie, e la stabilizzazione di 85 rapporti di lavoro costituisce un risultato rilevante sotto il profilo sociale, offrendo certezza occupazionale a una platea di 335 giovani»: è quanto afferma Riccardo Colombani della segreteria nazionale di First Cisl al termine della trattativa svoltasi in Ubi in materia di contrattazione aziendale. «Ora è necessario – conclude Colombani – che il contratto integrativo si estenda alle società prodotto del gruppo Ubi e ai lavoratori provenienti da Banca delle Marche, Banca Etruria e CariChieti».

 

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