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Finito il fermo pesca, Coldiretti Ancona: «Torna il nostro pesce, ma va ripensato il modello»

Coldiretti Ancona critica sia la divisione delle Marche nella tempistica dello stop (dal 30 luglio al 9 settembre per il nord della regione e dal 13 agosto fino al 23 settembre per il resto) sia la modalità con la quale viene attivata la misura

pesca

ANCONA – È ripresa la pesca in tutto l’Adriatico dopo il fermo partito ad agosto, ma Coldiretti Ancona critica sia la divisione delle Marche nella tempistica dello stop (dal 30 luglio al 9 settembre per il nord della regione e dal 13 agosto fino al 23 settembre per il resto) sia la modalità con la quale viene attivata la misura. In oltre 30 anni di fermi la flotta adriatica è diminuita di un terzo e l’importazione di pesce dall’estero è passata dal 27% all’80%. Il rischio di trovarsi nel piatto prodotti ittici congelati o di dubbia provenienza aumenta proprio nel periodo di maggior consumo.

Maria Letizia Gardoni
Maria Letizia Gardoni

«Il valore dell’origine, della sicurezza alimentare e della prossimità riguarda anche il mondo della pesca – commenta Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Ancona – soprattutto per un Paese e una regione come la nostra bagnati da mari ricchi di biodiversità ittica. Il nostro obiettivo è preservare l’equilibrio dell’Adriatico senza però compromettere l’operatività dei pescatori e la possibilità per i cittadini di trovare e acquistare pesce fresco del nostro territorio».

Per effettuare acquisti di qualità al giusto prezzo il consiglio di Coldiretti è sempre di verificare sul bancone l’etichetta, che per legge deve prevedere l’area di pesca (Gsa). Le provenienze sono quelle dalle Gsa 9 (Mar Ligure e Tirreno), 10 (Tirreno centro meridionale), 11 (mari di Sardegna), 16 (coste meridionali della Sicilia), 17 (Adriatico settentrionale), 18 (Adriatico meridionale), 19 (Jonio occidentale), oltre che dalle attigue 7 (Golfo del Leon), 8 (Corsica) e 15 (Malta).

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