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Dieci studenti di Ostetricia in Africa contro la mortalità di mamme e bambini

Parte la seconda edizione del progetto della Federazione nazionale degli Ordini della Professione di Ostetrica e del Cuamm medici con l’Africa, la prima organizzazione italiana che dal 1950 si spende per la promozione e la tutela della salute delle popolazioni africane

Parte la seconda edizione di Prima le mamme e i bambini. 1000 di questi giorni”, progetto sottoscritto da FNOPO, Federazione nazionale degli Ordini della Professione di Ostetrica e dal Cuamm medici con l’Africa, la prima organizzazione italiana che dal 1950 si spende per la promozione e la tutela della salute delle popolazioni africane. L’iniziativa propone di inviare 10 studenti laureandi del corso di Ostetricia nei Paesi dell’Africa sub-Sahariana in cui opera il Cuamm.

Trentacinque le candidature da parte degli studenti di diversi atenei italiani: Milano Bicocca, Perugia, Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, Firenze, Università della Campania L. Vanvitelli, Modena e Reggio Emilia, Siena, Parma, La Sapienza, Trieste e Verona. Tra loro ne sono stati selezionati solo 10, tenendo conto del curriculum, di precedenti esperienze di cooperazione internazionale e delle motivazioni alla partecipazione.

I laureandi, divisi in gruppi di due, vengono accompagnati nel processo conoscitivo. In veste di medici partecipano alle attività della sala parto e della maternità dell’ospedale designato, prendendo inoltre parte a un momento formativo e di condivisione di problematiche del dipartimento così da approfondire direttamente le proprie esperienze e competenze professionali.

«Questo progetto intende garantire interventi nutrizionali a sostegno della mamma e del nascituro nei primi 1000 giorni, cioè dall’inizio della gravidanza fino ai due anni di vita, nei sette Paesi dell’Africa sub-Sahariana in cui è presente il Cuamm: Angola, Etiopia, Mozambico, Tanzania, Sierra Leone, Sud Sudan e Uganda. Lo scopo è riuscire ad ottenere una duratura e concreta riduzione della mortalità materna e infantile, affiancando la madre dall’allattamento al monitoraggio del peso e della crescita, gestendo la problematica della malnutrizione. Si presta quindi particolare attenzione alle malattie che mettono a rischio il feto, come l’ipertensione e il diabete» dicono gli organizzatori.

Infatti, secondo le stime fornite dal Cuamm, ogni anno in Africa sub-Sahariana muoiono 265 mila donne a causa del parto e 1,2 milioni di bambini nel loro primo mese di vita. A questi dati si aggiunge quello relativo alla malnutrizione cronaca e acuta: un bambino ogni tre, al di sotto dei cinque anni, è denutrito, così come una donna incinta su tre, tale condizione li rende più esposti al rischio di malattia e alla morte.

«Si tratta di realtà in cui le condizioni di vita, in particolare per le donne in gravidanza e i loro bambini, sono estremamente precarie – affermano i vertici del Comitato Centrale FNOPO – Come categoria che si impegna nella tutela e promozione della salute della donna in ogni fase della sua vita e con lei del nascituro, non possiamo non sentirci toccati. Per questo abbiamo approvato il finanziamento di questo progetto avviando una selezione di studenti laureandi del corso di laurea in Ostetricia. Siamo convinti che l’avvio di queste esperienze formative possa rappresentare un grande valore aggiunto alla formazione dei nostri futuri professionisti per il miglioramento della salute materna e neonatale».

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