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“Ci vorrebbe tanta colla”, bimbi del sisma raccontano il terremoto in un libro

A Camerino la presentazione della pubblicazione dell'APE (associazione psicologica dell'emergenza). Si terrà domani (19 maggio), alle 16, nell'aula Benedetto XIII dell'Unicam. Autori gli alunni dell'istituto comprensivo di Pieve Torina

Il libro con gli alunni (foto Ansa)
Il libro con gli alunni (foto Ansa)

CAMERINO – I bambini dell’istituto comprensivo di Pieve Torina raccontano il sisma, vissuto sulla loro pelle. Emozioni, sensazioni e una lezione di vita sono diventati un libro: “Ci vorrebbe tanta colla”. Sarà presentato domani al pubblico (19 maggio), alle 16, nell’aula Benedetto XIII dell’Unicam.
«Quando ho paura penso al mio cane e mi metto la spilletta della Protezione Civile». «Ero al terzo piano, quando è venuto il terremoto, con nonno, nonna, mamma, papà, mia sorella». «All’improvviso si spegne la luce e ho sentito tanta paura». «Quando ho paura i miei gatti magici graffiano tutti coloro che sono cattivi». Questo un assaggio dei loro scritti messi insieme dall’APE, l’associazione psicologica dell’emergenza, che raccoglie volontari aderente all’ANPAS e che hanno lavorato a lungo sul territorio marchigiano colpito dal sisma.

«Non è pubblicare solo un libro – spiegano Maria Cristina Alessandrelli, Maurilio Frontini e Federica Rubicondo, autori del progetto e referenti per l’associazione e per l’Anpas – non è spiegare l’emergenza terremoto e ciò che significa per le famiglie. Non è fare un elenco delle paure dei bambini. No. Piuttosto questo lavoro è una risposta». Il libro nasce spontaneamente dalla raccolta dei disegni, delle parole e delle voci dei bambini nelle scuole. Quando a parlare sono loro, tutto diventa chiaro. Quello che c’è da fare, quello che bisogna dire, dove bisogna intervenire e dove occorre ricominciare. «Diventa chiaro anche perché bisogna fare tutto questo – continuano i referenti del progetto – farlo bene e presto. Quanto fatto dall’APE nel creare un ponte fra ospedali e territorio, nel coordinare le attività insieme alle altre associazioni ANPAS, alla Protezione Civile, al servizio sanitario regionale, spiega il ruolo della psicologia dell’emergenza, nella prevenzione e nella ripresa, nel sostegno bio-psicosociale a tutti coloro che hanno subìto traumi di tale portata. Da questa raccolta di testimonianze, sorge una voce unica, magica, forte. Perché “in cerchio, tutti abbracciati” si è sempre più forti».

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